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1 Opinioni per I capolavori dell'Accademia Nazionale di San Luca. Da Raffaello a Balla
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  • little51
    Capolavori poco conosciuti
    opinione inserita da little51 il 22/12/2017
    Nella gita al Forte di Bard alle porte della Val d’Aosta, ho visitato una mostra molto interessante intitolata - Da Raffaello a Balla. Capolavori Accademia Nazionale San Luca-, che è nata grazie alla collaborazione culturale tra l’Associazione del Forte di Bard (decisamente attiva) e l’Accademia Nazionale di San Luca di Roma. Prima di tutto, mi ha colpito l’indicazione del Curatore, cioè Vittorio Sgarbi che (nonostante certo suoi atteggiamenti estemporanei) è già una garanzia di qualità vista la sua preparazione come esperto d’arte. La mostra nel giorno scelto da me non aveva molti visitatori, di conseguenza ho potuto ammirare indisturbata le opere esposte nelle sale delle Cannoniere: partita il I Luglio 2016, dovrebbe concludersi il prossimo 7 Gennaio 2018, salvo prolungamenti. Essa presenta 115 opere prestate (per la prima volta) dall’Accademia di San Luca, sede a Roma, una delle più antiche istituzioni culturali, nate nel 1600. I nomi degli artisti sono significativi di per sé e sono Raffaello, il Bronzino, Palma il Giovane, il Giambologna, ma anche Van Dyck, Rubens, Guido Reni, arrivando fino al 1900 con Giacomo Balla. Per esempio mi ha colpito un olio su tavola del Bronzino raffigurante un San Bartolomeo in estasi con un corpo tracciato in modo splendido, quasi fotografico. Altra opera decisamente interessante è un affresco con un Putto di Raffaello Sanzio: il putto è un bambino che sembra uscire dal muro, capelli lunghi e un po’spettinato, sguardo tra sconcertato e intimorito che gira verso la sua sinistra. Molto bello un olio su tela piuttosto grande (173,5 x 168 cm) di Biagio d’Antonio (che non conoscevo) che ci presenta una scena incantevole, precisamente l’Annunciazione: in primo piano Maria, vestita in ricchi abiti rinascimentali, con libro in mano e sguardo timidamente e modestamente abbassato e vicini due Angeli, uno inginocchiato che le sta facendo l’annuncio e le sta donando un giglio bianco, simbolo della purezza e della Verginità di Lei. A sinistra, quasi a sorvegliare che tutto vada come deve, un altro Angelo a mani giunte e piedi scalzi. A dividere il primo piano dallo sfondo, come uso dell’epoca, il porticato di una casa che si apre su un bel paesaggio probabilmente toscano: strada e borgo su una collina, sullo sfondo acqua, forse il mare. Un quadro dolce e significativo. Di una dolcezza incredibile, un olio su tela del Sassoferrato raffigurante la Madonna col Bambino. Maria guarda in basso con uno sguardo che è l’immagine stessa dell’Amore e della Dolcezza, insomma lo sguardo di una Mamma con la M maiuscola. Il Bambino è sereno e fiducioso: sta alzando lo sguardo verso di noi e sembra dirci -Ecco la mia mamma -. In poche parole, una mostra coi fiocchi che accontenta tutti i palati, anche quelli più esigenti e che ha come punto di partenza, anche per la sua importanza, lo stralcio di affresco col Putto di Raffaello Sanzio. Alla fine (la settima delle sale) la scena passa al 1900 e al Movimento degli Scapigliati di Milano, la cui parte più interessante è costituita da due olii di Giacomo Balla, un Autoritratto e il Grande Ortolano del 1902. Mostra assolutamente consigliata.
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