Opinione su Jacques Villeneuve: Jacques Villeneuve: fantastico figlio d'arte!

Jacques Villeneuve: fantastico figlio d'arte!

10/01/2020

Vantaggi

Pilota incredibile

Svantaggi

nessuno


Jacques Villeneuve ai più risulta una sorta di meteora apparsa in un circus di formula uno ma nella realtà è stato un pilota fantastico e pieno di risorse.
Figlio del grande Gil, Jacque era piccolo quando il padre perse la vita in Austria e crebbe nell'ombra di una famiglia che amava i motori ma aveva purtroppo pagato un prezzo salato a questa passione.
Il fratello di Gil, omonimo del nipote Jacques, si diede da fare per indirizzarlo nella categoria americana delle Champs car. Il giovane pilota non deluse tanto che a soli diciotto anni vinse la 500 miglia di Indianapolis e il Campionato USA Cart.
Quindi l'ingaggio in Williams e la sua prima stagione nel mondiale di formula uno.
Gli occhi erano tutti puntati su di lui, questo esile pilota che in molti atteggiamenti rassomigliava al padre ma che si inalberava quando i giornalisti gli ponevano domande su Gil.
Del resto chi non avrebbe sentito il peso di un nome che perfino Enzo Ferrari portava nel cuore come uno dei migliori ricordi della sua decennale carriera.
Jacque regolò a modo suo la questione, divenendo già alla seconda stagione campione del mondo di massima formula.
Oggi è uno stimato telecronista ma in Canada, la sua nazione, in passato non fù mai amato molto. Il suo modo di fare sprezzante, la sua freddeva e il suo cinismo nel giudicare squadre e piloti lo rendevano antipatico a molti suoi connazzionali e anche a molti che pur sostenendolo perchè impotenti davanti ai suoi successi sportivi, lo stimavano meno come uomo.
Lui, come suo padre, di questo non sentiva alcun peso. Lui era così e se lo amavano bene altrimenti ...
Una delle sue manie scaramantiche era quella di vestire una tuta di gara di due misure più grandi.
Raccontò che un giorno arrivo in pista per provare una monoposto e le sue valigie furono smarrite in aeroporto. Lui fù costretto a chiedere in prestito una tuta e per l'appunto gli venne consegnata la tuta di un driver molto più robusto di lui.
Dopo le prove lo raggiunse una telefonata da parte di Helmut Marko che gli consigliò di firmare per la Williams e lui accettò vincendo così il mondiale.
Da allora volle sempre tute immense dicendo che si sentiva più a suo agio nei movimenti dentro l'abitacolo.
La sua guida, questa è la mia opinione, era diabolica. Sembrava andare piano ma alla fine il suo giro risultava il più veloce. Un talento enorme il suo, molto più grande di quello del padre. Vinse davvero tanto fra Cart e formula uno ed è stato per svariate stagioni il pilota più pagato all'interno del Circus. Infatti, dimostrando grandi doti di intelligenza, acquistò una scuderia che chiamò RAM e per diverse stagioni corse sotto questo vessillo: Racing American Motor.
Quando si ritirò dalle competizioni divenne una sorta di artista bohemiers e modello. Dipinse quadri e vendette la sua immagine in tutto il mondo.
Oggi oltre a frequentare il paddok in qualità di opinionista, è anche telecronista per la tivu americana e canadese.
Jacques ha introdotto in formula uno l'usanza dei figli migliori dei padri come Damon Hill, figlio di Grahaman campione degli anni sessanta, o Rosberg figlio di Keke.
Villeneuve oggi non ha cambiato stile nel giudicare i piloti: spesso la sua asprezza tende a sconcertare ma se uno è veramente appassionato di questa disciplina ed è vecchio di questo comune sentire, non può dire altro che Jacque ha quasi sempre ragione, dato il suo pregio di interpretare con indubbia professionalità le strategie di gara e di porre l'accento su errori che solo un ex pilota è in grado di valutare.
A volte penso a cosa può voler dire portare il peso della perdita di un padre a soli otto o nove anni come Jacques aveva quando Gil è morto e di come l'aver attorno persone famose come Enzo Ferrari, la Dirigenza Alfa Romeo, le famiglie dei piloti residenti a Montecarlo dove anche lui viveva. Ecco a lui tutto questo era indifferente anzì è stato in grado di reputarsi fortunato per ciò che aveva ereditato economicamente e ne ha tratto tutti i frutti possibili.
Ho grande stima per questo ex pilota, ex modello, ex ragazzo che alla fine dei conti ha dimostrato di essere legato a questo mondo motoristico più di quello che ha mai voluto si vedesse di lui.
Grande Jacques e in bocca al lupo!

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