Opinione su Witching Hour - Ladytron: Ladytron - Witching Hour

Ladytron - Witching Hour

27/06/2016

Vantaggi

bellissimo

Svantaggi

nessuno


Apre le danze il sound grezzo, in piena matrice shoegaze, di High Again ed appare subito chiaro quale sarà la strada che i Ladytron intraprenderanno con questo nuovo full lenght. Mescolanze di generi diversi tra loro, ma con molti punti comuni, e ricerca di nuove sonorità. L'elettronica degli esordi è sempre più sporca e contaminata da sintetizzatori presenti in dosi massicce, la voce delle due cantanti si alterna in maniera sublime creando duetti che restano in testa pur non sembrando le classiche boiate pop e commerciali.

Un salto di qualità di tutto rispetto e di due brani successi lo confermando rendendo questo disco un mezzo capolavoro nel genere. Destroy Everithing you touch e International Dateline spaccano e di brutto, non a caso sono diventati due classici dell'elettronica e dell'elettropop (quello serio). Ritmi ossessivi aggrediscono l'ascoltatore scatenando la voglia di ballare, saltare e, perché no, pogare. In effetti c'è un qualcosina di post punk in International Dateline, sarà la chitarra sporca, il sound retrò e la struttura semplice della canzone. In ogni caso questi sono i brani migliori del disco.

Non che il resto della scaletta proponga robina di scarsa qualità. Un alternarsi di idee innovative e ottime capacità compositiva a fare da basse alla splendida prova vocale di Helen Marnie e Mira Aroyo. E già l'idea di due cantanti che affincano i Dj e fondadotori della band Daniel Hunt (sintetizzatore, chitarra, basso, cori) e Reuben Wu (sintetizzatori,batteria) la dice lunga sull'originalità del combo londinese.

Le atmosfere cariche di allegria lasciano il posto a un velo di tristezza in una sorta di atmosfera rarefatta tipica dei vecchi club nei quali l'artista di turno cercava il suo Io interiore. Questa è l'impressione che danno Soft Power e la strumentale CMYK, ma è solo un momento e l'introspezione lascia nuovamente il posto a synth potenti e melodie accattivanti.

I testi, pur mantenendo un alone oscuro e vagamente dark, trattano il quotidiano e la vita vissuta come la malcelata metafora di Sugar ( "Se ho lo zucchero, vuoi farmi / qualcosa di sfuggente e temporaneo") sulla dipendenza da cocaina. Questo per dire che non c'è solo ottima musica, ma anche un sogwriting di qualità alla base del successo di Witching Hour.

Il resto del disco alterna pura elettronica, leggera e divertente come nella bella Weekend e in Whitelightgenerator a momenti cupi come quelli già descritti ai quali si aggiungono brani del calibro di Beauty*2 che ricorda tanto i Depeche Mode.

All the way chiude il disco con quattro minuti di pura magia, un brano soft e delicato che rilassa l'anima.

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  • pipi2010
    opinione inserita da Karmokkio il 08/07/2016
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    20%
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