Opinione su A che gioco giochiamo MADELEINE WICKHAM : Carino contro la noia quotidiana

Carino contro la noia quotidiana

25/06/2020

Vantaggi

carino ma senza lode

Svantaggi

?????


Sono passati quasi 20 anni da quando è stato scritto "A che gioco giochiamo ". Chiusa questa parentesi passo subito a parlarvi di questo libro. Caroline e Patrick invitano alcuni amici nella loro bella residenza di campagna per passare un week end in compagnia a giocare a tennis. Tra di loro ci sono ci sono Annie e Stephen, i vecchi vicini di casa che al contrario di tutti gli altri sono ancora alle prese con difficoltà economiche, Charles e Cressida, ricchi e aristocratici, e Don, un cliente di Patrick, con la figlia Violet. Ma il padrone di casa ha in mente molto più che una semplice partita di tennis: il suo obbiettivo è convincere qualcuno dei suoi ricchi ospiti ad investire soldi in uno dei fondi che gestisce per garantirsi così un fantastico bonus. Le cose si faranno complicate però, tra segreti, rivalità e vecchi pregiudizi. Come finirà quello che si prospettava come un semplice week end di relax e pettegolezzi? Lo ammetto, anche se amo alla follia questa scrittrice, non ho apprezzato molto questo suo esordio. Sebbene il suo stile sia piacevole e leggero, non molto diverso da quello a cui siamo abituati, mancano molti elementi che hanno contribuito al successo dei suoi libri successivi: siamo abituati a scene esilaranti, veramente scarse in questo libro, a protagoniste molto umane, piene di difetti come tutte noi, che però in questo libro sono sostituite da signore con la puzza sotto il naso che attirano ben poco le nostre simpatie, siamo abituati a incomprensioni, a pasticci assurdi, che qui lasciano il posto a maldicenze, tradimenti ed invidie legate soprattutto ai soldi. Insomma mancano tutti quei piccoli elementi che hanno reso questa donna la regina incontrastata del chick-lit. La trama è molto superficiale e banale e il finale molto affrettato ed inconcludente, ma ci sono anche alcuni aspetti molto positivi. La caratterizazione dei personaggi è impeccabile, nonostante debba star dietro a ben 8 personaggi, riesce a differenziarli gli uni dagli altri e riesce a seguirli perfettamente con un'impersonale terza persona facendo trasparire tutti i loro pensieri e sentimenti. Anche le descrizioni sono molto buone, luoghi e persone sono descritti molto dettagliatamente ma senza cadere nella noia. La cosa che ho amato di più è stata la presenza dei bambini, in particolare ho amato Georgina, la figlia dei padroni di casa, un vero tornado di energia e simpatia, e Nicola, la figlia di Annie e Stephen, vittima da piccola di un colpo apoplettico che le ha lasciato un carico di problemi fisici che non le hanno tolto comunque l'allegria e la gioia di vivere. Le due ragazzine insieme sono adorabili e sono sicuramente le mie preferite tra i personaggi, sebbene siano secondarie rispetto agli adulti. Avrebbero meritato più spazio: con la loro ingenuità e simpatia, con la loro dolcezza e la loro sincerità si sono dimostrate molto più sagge e mature dei loro genitori. Sono loro l'unico elemento davvero frizzante e divertente che ci fa intravedere la vera Kinsella. La storia non è noiosa, è piuttosto piacevole in realtà, ma di sicuro non è all'altezza degli standard a cui ci ha abituato. Leggendo la sua opera d'esordio abbiamo la prova di quanto sia migliorata negli anni, raggiungendo uno stile unico e inconfondibile che l'ha fatta emergere con maestria nell'universo del chick-lit.

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    opinione inserita da blase il 05/06/2020
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    Che delusione... putroppo la trama non convince, i personaggi non sono approfonditi e alla fine resta un grosso punto interrogativo.. "ma questo libro cosa doveva trasmettermi?" Quindi una lettura neutra, scorrevole, ma poco divertente e poco commovente. Insomma...libro sconsigliato anche agli ammiratori della Kinsella. Ne ha scritti tanti altri più coinvolgenti, ironici e spiritosi...
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