Opinione su La paziente scomparsa - Liz Lawler: Sconvolgente !!!!

Sconvolgente !!!!

06/07/2020

Vantaggi

narrazione in terza persona, descrizione molto dettagliata e personaggi secondari ad alto impatto, così partecipi e significativi nella storia, che non li definirei affatto secondari. Non posso che consigliare, disperatamente, questo libro a tutti gli amanti del genere.

Svantaggi

personalmente non trovati ma va a gusti


Se c’è qualcosa su cui questo thriller porta a riflettere, è la perdita. Esistono svariati tipi di perdita, ma quello peggiore è il non scoprire mai che cosa sia successo…


Emily sta attraversando un periodo particolarmente doloroso della sua vita. Sua sorella minore, Zoe, è scomparsa nel nulla da un anno circa e il pensiero che non possa essere più rintracciata terrorizza Emily, facendo nascere in lei una profonda determinazione nel ritrovarla. La luce della speranza non è mai scomparsa dai suoi occhi e ha sofferto molto per tenerla accesa, aiutata in parte dal senso di colpa. Continuare a cercarla è anche un modo di espiare un terribile errore verso la sorella; avrebbe potuto evitare tutto questo, quel giorno, ma non lo ha fatto. Le ricerche hanno assorbito tutto il suo tempo, nell’ultimo anno, confinandola socialmente e mettendo a dura prova la sua psiche. L’unico modo per non pensare ossessivamente a tutto ciò è tenersi costantemente occupata con il suo lavoro; è un’infermiera molto preparata e qualificata, la migliore nel suo campo. A causa di un nodulo al seno, per un breve periodo, passa dall’essere infermiera a paziente nella clinica in cui lavora e da qui in poi verrete travolti da shock e ansia in ogni capitolo. La notte successiva all’intervento, Emily viene svegliata dal trambusto causato nel tentativo di rianimare la paziente del letto accanto, ma, al mattino, le viene comunicato che quel letto è sempre stato vuoto. Che sia stato un incubo dovuto all’effetto dell’anestetico o forse la sua psiche stressata le ha fatto immaginare una donna che non esiste? Ma allora perché Emily non riesce a scacciare l’immagine di quegli occhi castani ansiosi e spaventati?
Proprio quando inizia a convincersi (o sarebbe meglio dire che INIZIANO a convincerla) che si sia trattato dell’ennesima allucinazione su Zoe, Emily trova il braccialetto che “la ragazza del letto accanto” portava al polso. Come può un’allucinazione lasciare prove solide e concrete del suo passaggio? Che diavolo sta succedendo in quella clinica? Possibile che tutti le stiano mentendo? E il bracciale non sarà l’unica prova che riuscirà a ritrovare Emily. Tutta questa faccenda, però, viene accantonata quando Zoe lascia un messaggio alla sua “sorellona”, nella quale dichiara di non voler essere più cercata. Ma allora è ancora viva? Le ipotesi che si pone e le domande su cui si interroga Emily sono tante, ma una cosa è certa: c’è qualcosa che non quadra in tutta la faccenda. Quel messaggio potrebbe essere una prova del fatto che Zoe è viva, certo, ma se ci fosse un’ipotesi ancora più inquietante? Se Emily, con la sua psiche ormai ridotta a brandelli, avesse inventato tutto questo stratagemma per dare nuova linfa alle indagini? Se si stesse autoconvincendo che sua sorella è viva e vegeta per alleviare il suo dolore e il suo senso di colpa? Se stesse andando incontro alla pazzia?
“La speranza è una spada a doppia lama; il desiderio di vedere qualcuno porta la mente a credere disperatamente che sia vero”
Nessuno più le crede e tutti quelli che considerava amici, e di cui si fidava, mostrano un'altra faccia. Ha un piano, un ultimo disperato tentativo di dimostrare che non si è immaginata tutto sulla donna scomparsa e che non sta di certo impazzendo per la sorella. Andrà incontro a una verità scomoda, che deve rimanere a tutti i costi celata. Di chi può fidarsi? Più di nessuno. Le sono state tolte la vita e la libertà, ed è fermamente intenzionata a riprendersele.
“Non aveva alcuna intenzione di farsi attaccare addosso un’etichetta che non meritava. Avrebbe combattuto da sola, e alla fine dei giochi sarebbe andata via per ricominciare da capo”
Mi chiedo come possa un essere umano sopportare tanto dolore, tanta sofferenza, tanto stress emotivo e conservare la sanità mentale. E mi chiedo anche come Liz Lawler, l’autrice, abbia potuto partorire una personaggio come Emily e una sordida storia intrisa di pazzia e cattiveria come questa; in ogni caso, entrambe hanno la mia massima ammirazione. Emily è una donna altruista e buona, nonché un’infermiera straordinaria, alla quale sarebbe piaciuto molto iniziare da zero, avere un futuro da sognare, una vita da vivere. Una donna spezzata dal dolore, ferita dalla speranza e dalla paura di non ritrovare più quella sorella che ama incondizionatamente al punto di perdere la ragione. Solo la sua dignità e la sua forza interiore le hanno fatto sopportare quel terribile periodo. Ha imparato a non avere emotivamente bisogno di nessuno, tranne che di Zoe; non sapeva che cosa fosse l’amore fino a quando non è arrivata la sorellina.
Da questa scomparsa, è derivata tutta la storia, un effetto dominio che le ha provocato non pochi guai; ma non poteva essere altrimenti. È un tipo troppo intelligente per non accorgersi dei passi falsi; troppo determinata per star buona e zitta; troppo pura e nobile d'animo per non aiutare una persona in pericolo e con una sete di verità troppo grande per lasciar correre le ingiustizie. Volete sapere che ne penso? Penso che non tutto il male viene per nuocere e tutto ciò che accade, per quanto doloroso e devastante possa essere, sia la cosa migliore che poteva capitare a Emily e spezzare una volta per tutte quel ciclo di vite distrutte. Emily: un angelo caduto, un animo tormentato. Un thriller che si rispetti deve scioccare, spaventare, inquietare e instillare una curiosità morbosa nel lettore. La Lawler non ha risparmiato nulla di tutto questo, ha aggiunto quel tocco di macabro che dona a tutta la storia un fascino da brivido; ti confonde a tal punto che, come Emily, non sai più a cosa credere; t’incatena dalla prima all’ultima pagina riempiendo il cuore di tristezza e morte. Ho versato non poche lacrime, e non sono il tipo di lettrice che le versa facilmente, ma qui è una vera e propria sfida non farlo. Senza contare che vedrò gli ospedali in maniera un po' sinistra dopo questa lettura. “La paziente scomparsa”: un predatore micidiale, che mette all’angolo il lettore, la sua preda.


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Altre opinioni degli utenti su La paziente scomparsa - Liz Lawler

  • blase
    opinione inserita da blase il 09/07/2020
    Vi capita mai di iniziare a svegliarvi nel vostro letto al mattino, soprattutto d’inverno, avvolti da un caldo piumone, che vi abbraccia e vi coccola fino a quando sarete pronti per affrontare una nuo...
    Continua a leggere >
    ibro interessante, si entra nella storia fin dal primo momento, ricco di intrighi e la protagonista si trova a dover affrontare situazioni difficili, una dopo l'altra. Letto in poco tempo, per scoprire il finale.
    non trovati
  • little51
    opinione inserita da little51 il 15/05/2020
    La paziente scomparsa della scrittrice inglese Liz Lawler è davvero un thriller con tutti i crismi: un mistero iniziale, la scomparsa da più di un anno della sorella della protagonista, una paziente d...
    Continua a leggere >
    storia interessante e con molti risvolti psicologici
    nessuno