Opinione su “L'istituto” di Stephen King: Davvero bello! 29

Davvero bello!

06/07/2020

Vantaggi

Validissimo

Svantaggi

personalmente non trovati


Gira e rigira, poi si finisce per tornare sulla strada di casa, a fare le cose che ti riescono meglio. il re della letteratura horror, famoso per aver riportato in auge, ambientandoli direttamente ai nostri giorni, nei tempi moderni, i mostri “classici”, vampiri e similari orribili scherzi della natura.
Quelli che abbiamo sempre conosciuto, per esempio, leggendo autori come Bram Stoker e Mary Shelley, portati nell'immaginario visivo dalle fattezze di attori divenuti famosi proprio interpretandoli in film a basso costo.
Davvero un colpo di genio, quello dello scrittore del Maine di riproporre e riportare quei miti dell’horror ai tempi correnti.
Questo, e il suo talento, sono quelli che hanno fatto la sua fortuna di pubblico e di critica non preconcetta.
Perché per King l’horror è qualcosa che scuote, e spaventa, e quindi ti spinge affannosamente a riflettere e a trovare una spiegazione, escogitare un rimedio a un simile orrore, a prescindere dall'aspetto che assume.
Può essere un demonio, o un talento innato tanto misterioso quanto indesiderato, o anche un mostro antico rifugiato nelle fogne e di periodica ricomparsa. Stephen King eccelle, come sempre ha eccelso, quando si cimenta a ricamare letterariamente l’anima dei suoi protagonisti prediletti: i ragazzini della prima infanzia.
Quelli che provano i brividi più intensi, magnifici, trepidanti e impressionabili nei confronti dei comuni eventi della propria crescita fisica, sentimentale, ormonale.
Proprio perché non ne hanno ancora nozione alcuna.
Sono sensazioni nuove, pure, pulite, incantevoli, mai più ne proveranno di simili, sono singolari per definizione, appartengono a quell'età, e non più ad altre, per quanti sforzi adopererai.
Come si emozionano, come trepidano, come si porgono i preadolescenti davanti alle prime emozioni forti, i primi batticuori, i primi turbamenti, è materia delicata e suadente insieme, coinvolge, commuove, trascina in un turbine di ricordi dolci e deliziosi, carezzevoli sul cuore con una piuma. Perché ciascuno ritrova se stesso, rivive le stesse emozioni che ha provato davanti al primo amore, alle prime amicizie, alle prime emozioni non più ludiche ma già spirituali, pure, intense, non intaccate ancora dal materialismo del vivere e del crescere.
King è un maestro in questo, su questo ha basato la sua fortuna, a questo ritorna.
Dove possiamo trovare dei preadolescenti? In un istituto, per esempio.
Un istituto dove però sono costretti a forza.
Perché si tratta di preadolescenti particolari, provvisti loro malgrado di un potere, un’intelligenza particolare, qualche capacità di telepatia, di telecinesi, di premonizione, che ne fa dei diversi, quindi dei mostri. Quando talora non è che l’estrinsecazione di una sensibilità sublimata all'estremo.
In realtà, i veri mostri sono coloro che in questo istituto li hanno rinchiusi, strappandoli crudelmente alle loro famiglie, al loro ambiente, manipolandoli brutalmente per fini criminali, nascosti dal paravento di una presunta superiore necessità nazionale, operante tramite organismi segreti infiltrati come un veleno nelle istituzioni.
Una velata critica del democratico King alla deriva reazionaria della politica trumpiana.
Tocca alla provincia, alla parte buona del paese, alla brava gente della provincia americana, rimettere le cose a posto, assicurare un futuro ai teneri ragazzini coinvolti loro malgrado, troppo presto, nelle lordure degli adulti.
Stephen King, come altre volte, rende omaggio al suo Paese, è, in effetti, un democratico, e un fervido patriota. Sa che l’America, in fondo, è un istituto, non altro; dove vigono regole, che se condivise unanimemente, permettono il regolare decorso dell’esistenza civile, con rispetto, lavoro, sacrificio, e regole di relax e buonumore, sport, feste e ballo di fine anno, come in una qualsiasi high school di una media cittadina americana.
Tutto sta a scegliere bene i gestori dell’istituto, il corpo docente, insomma.
Lui lo sa, è stato giovane allievo, bravo insegnante, bibliotecario appassionato: e si vede

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Altre opinioni degli utenti su “L'istituto” di Stephen King

  • blase
    opinione inserita da blase il 02/07/2020
    Una mattina Luke, un dodicenne dalla mente a dir poco brillante, si risveglia in una stanza che riproduce fedelmente o quasi camera sua, ma gli basta varcare la porta perché la sensazione di essere in...
    Continua a leggere >
    100%
    Una volta cominciato non riuscirete più a smettere di leggerlo fino alla fine. Intrigante la trama e il contenuto relativo ai poteri psichici paranormali
    il finale l'ho trovato un po' deludente
  • clary
    opinione inserita da clary il 22/06/2020
    Ho fatto una fatica enorme a terminare “L’istituto” di Stephen King. Ogni volta che lo prendevo in mano riuscivo ad andare avanti solo di poche pagine, mai del tutto appassionata alla storia. Una vera...
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    100%
    non saprei sono incerta molto diverso da quello che conoscevo
    non è il solito King
  • filicolorati
    opinione inserita da filicolorati il 22/06/2020
    In principio qualche decina di pagine piatte, non mi convince e mi instilla il dubbio di avere commesso un errore, controllo il titolo del libro, ancora e di nuovo. Proseguo, quasi mi spavento, BOOOOO...
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    100%
    Davvero un colpo di genio, quello dello scrittore del Maine di riproporre e riportare quei miti dell’horror ai tempi correnti.
    In principio qualche decina di pagine piatte, non mi convince e mi instilla il dubbio di avere commesso un errore
  • fb-656
    opinione inserita da Silvia Bollini il 02/06/2020
    Ho apprezzato davvero tanto quest'ultimo romanzo di Stephen King L'ISTITUTO diverso da i suoi soliti Romanzi/Thriller , con questo per gli appassionati di questo autore potrebbe anche non piacere, si ...
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    100%
    avvincente trama
    personalmente non trovati ma va a gusti se siete fan dell'autore