La vita di CAvendish
Robin Cavendish è un ragazzo spigliato e divertente che riesce a conquistare col suo charme l'inaccessibile Diana, i due si sposano e lui la porta in Africa dove effettua i suoi commerci, ma lì si ammala di poliomelite e rimane immobilizzato a 28 anni. Il suo destino sarebbe quello di restare attaccato ad un respiratore in un letto di ospedale, ma Diane si oppone al suo destino e lo porta a casa contro il parere del medico poi ivnenta una sedia a rotelle con un respiratore a batteria collegato che gli permetterà di fare una vita decente. E lui diventerà promotore di una vita diversa per tutti i malati di questa terribile patologia.
La storia vera di Robin è interessante e commovente e fa vedere come la visione di un solo uomo può cambiare l'umanità infatti nessuno prima di lui aveva pensato fosse possibile una vita diversa per chi si ammalasse di questa terribile malattia.
Il regista è riuscito a sfuggire al melodramma e se lo riserva tutto per i primi venti minuti che fanno venire voglia di continuare la visione con un inizio melenso che sfocia nel dramma, poi il film prende una piega inapsettata cambia registro e riesce a sfuggire a questi schemi con un tocco di british e persino di umorismo si sdrammatizza la malattia e Robin ritorna l'uomo spigliato e simpatico che avevamo ammirato all'inizio, non mancano i problemi ma come per tutti.
Tutti meritano una vita che valga la pena di esser vissuta e non restare in un polmone d'acciaio ad attendere la morte.
Un film ben fatto e interessante.
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