Opinione su THE OUTSIDER - Stephen King: Oh state attenti un King con doppia faccia

Oh state attenti un King con doppia faccia

10/07/2020

Vantaggi

Cinquecento pagine per sviluppare e cinque per concludere. King si lascia, ancora una volta, tentare dalla convenienza di un finale banale e frettoloso. È un romanzo dalla doppia faccia: la prima metà non ha i muscoli in sincrono con la seconda.

Svantaggi

?????


I “grandi” non sono sempre una garanzia di perfezione. Me lo ha suggerito La scatola dei bottoni di Gwendy, a inizio anno, e me lo ha ora confermato The Outsider. Sembra quasi che il Re sia stanco della corona, che voglia lasciare il soprannome in eredità a una nuova generazione di aspiranti sovrani dell’horror, al contrario di una famosa, rugosa e coriacea vecchina al di là della Manica che il trono se lo è saldato alla schiena con le sue radici di quercia. Forse, anche regnare stanca.

La cosa certa è che King non ha più l’ispirazione di un tempo e dove prima non aveva problemi a piazzare i punti di conclusione dove andavano piazzati, ora tende a perdersi nelle sue stesse opere, come un escursionista d’alta montagna che si avventurasse fra i boschi senza una cartina con cui rintracciare il sentiero verso valle. Un vagabondo senza meta, quasi. Ma andiamo con ordine. Le prime 250 pagine di The Outsider vedono il detective da una parte e l’imputato dall’altra, ciascuno con la propria verità in tasca e una squadra di assistenti a consigliare la prossima mossa. Avvocati e investigatori in gara a chi ha l’ultima prova empirica per difendere il cliente o infliggere il colpo che condannerà l’assassino Terry Maitland all’iniezione letale.

Mentre Maitland nega il suo coinvolgimento nell’uccisione del ragazzo, Anderson cerca una prova definitiva per schiacciarlo. Entrambi hanno qualcosa da perdere: lui la vita, l’altro la carriera. Dato il maggior peso della prima, è assicurato che Maitland, reo o innocente che sia, ce la metterà tutta per segnare un punto a suo favore.
Ma come si dice? Fra i due litiganti…
Non c’è King senza il soprannaturale, e qui, paradossalmente, comincia il terreno sconnesso.

La prima metà di The Outsider è quasi un romanzo a sé. Un legal-thriller incompiuto, lo si potrebbe chiamare, e popolato dalle figure ricorrenti di questo filone: i componenti della scientifica, gli avvocati difensori, i detective. E ancora: gli esami del DNA, i ritrovamenti, le perlustrazioni…

Poi c’è l’outsider, che si nutre di paura (tema, questo, già preso in prestito negli scritti di King, vedasi It) e che sghignazza nell’oscurità dove solo le creature della sua risma trovano conforto e tranquillità. L’outsider è lo spettatore passivo che si ingozza di popcorn davanti al maxischermo di un IMAX. È l’esibizionista che se vede due randagi azzuffarsi per strada, invece di separarli li aizza ed estrae lo smartphone per filmarli. L’outsider è un ladro di volti, di memorie, di innocenti.

È un estraneo che rimane nell’ombra del retroscena, che preferisce la manipolazione all’azione. Così instilla la paura: se non lo riconosci, se davvero può essere chiunque… non puoi fidarti neanche del tuo riflesso allo specchio. Cinquecento pagine per sviluppare e cinque per concludere. King si lascia, ancora una volta, tentare dalla convenienza di un finale banale e frettoloso. È un romanzo dalla doppia faccia: la prima metà non ha i muscoli in sincrono con la seconda.


Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.

Segnala contenuto

  • trama
  • ambientazione
  • personaggi
  • sviluppo
  • adatto a tutti
Valuta questa opinione

Ti sembra utile quest'opinione?

Scrivi un commento

Questa funzione è disponibile solo per gli utenti che hanno effettuato il login

Altre opinioni degli utenti su THE OUTSIDER - Stephen King

  • kira1992
    opinione inserita da kira1992 il 10/07/2020
    L'idea da cui parte il romanzo è quella di un caso di omicidio dalla soluzione apparentemente molto semplice: sono numerosissimi i testimoni e le prove tangibili che dimostrano che l'amatissimo Coach ...
    Continua a leggere >
    si fa leggere ma il Re ha scritto di meglio
    Non è certo u horror
  • fb-656
    opinione inserita da Silvia Bollini il 02/07/2020
    Finalmente uno dei miei autori preferiti torna a scrivere qualcosa che non mi abbia fatto storcere il naso. Sì, perché ultimamente la qualità dei suoi lavori (almeno quelli che io mi sono trovato a le...
    Continua a leggere >
    100%
    riflettere sulla propria sanità mentale probabilmente non era un buon segnale. Era un po' come pensare al battito del proprio cuore: se ti trovi nelle condizioni di doverlo fare, quasi certamente sei già nei guai."
    personalmente non trovati ma va a gusti
  • clary
    opinione inserita da clary il 24/06/2020
    The Outsider è stata una lettura lunga, più sofferta del necessario. Le prime 250 pagine di The Outsider vedono il detective da una parte e l’imputato dall'altra, ciascuno con la propria verità in tas...
    Continua a leggere >
    Non c’è King senza il soprannaturale, e qui, paradossalmente, comincia il terreno sconnesso. La prima metà di The Outsider è quasi un romanzo a sé. Un legal-thriller incompiuto, lo si potrebbe chiamare, e popolato dalle figure ricorrenti di questo filone: i componenti della scientifica, gli avvocati difensori, i detective. E ancora: gli esami del DNA, i ritrovamenti, le perlustrazioni…
    Cinquecento pagine per sviluppare e cinque per concludere. King si lascia, ancora una volta, tentare dalla convenienza di un finale banale e frettoloso. È un romanzo dalla doppia faccia: la prima metà non ha i muscoli in sincrono con la seconda.
  • filicolorati
    opinione inserita da filicolorati il 16/06/2020
    Il mio pensiero del libro "The Outsider" (2018) dello scrittore americano Stephen King. Ho già detto da qualche parte che King è lo scrittore preferito in famiglia? Tutto è iniziato da mio marito poi ...
    Continua a leggere >
    100%
    Lo stile narrativo è veramente piacevole, maturo, chiaro,
    personalmente non trovati