Opinione su War horse: LA TRADIZIONE ANGLO-ITALIANA IN GUERRA

LA TRADIZIONE ANGLO-ITALIANA IN GUERRA

30/07/2020

Vantaggi

Avvincente e avventuroso

Svantaggi

assolutamente nessuno


Dal libro di Hugh Dalton With British Guns In Italy:

"L'amicizia anglo-italiana è stata uno dei pochi fatti immutabili nelle moderne relazioni internazionali. Dalla rivoluzione francese, nel vorticoso bellicoso della storia e della danza spericolata della vecchia diplomazia con la
morte, le truppe britanniche hanno combattuto a loro volta contro francesi e tedeschi, contro russi e austriaci, contro bulgari, turchi e cinesi, contro boeri e persino contro boeri Gli americani, ma mai, tranne una manciata di
coscritti napoleonici, contro gli italiani. Le truppe britanniche e italiane, d'altra parte, combatterono fianco a fianco in Crimea e, nella guerra appena conclusa, hanno rinnovato ed esteso il loro cameratismo in armi in Austria e in
Italia, in Francia e nei Balcani. Durante il diciannovesimo secolo l'Italia nelle sue Guerre di Liberazione ottenne, in una misura che questa generazione difficilmente può realizzare, la simpatia entusiasta e il sostegno morale, e talvolta materiale, di tutti i migliori elementi della nazione britannica. C'erano poeti - Byron e Shelley, i Brownings, Swinburne e Meredith -che erano pieni di una devozione appassionata alla causa italiana. C'erano statisti - Palmerston, Lord John Russell e Gladstone - che avevano fatto un buon lavoro per la libertà italiana, e gli italiani ricordano ancora.
Nel 1861 il governo britannico fu il primo a riconoscere il nuovo Regno dell'Italia unita, mentre i governi di altre potenze erano intriganti per molestarlo e distruggerlo. C'erano singoli inglesi avventurosi, come Forbes, il
compagno di Garibaldi, che mise le loro vite e le loro ricchezze a disposizione dei patrioti italiani. Ma, al di là di tutto ciò, è stata la grande massa del popolo britannico che ha sostenuto costantemente il popolo italiano nella sua
lunga lotta per l'unità e la libertà.
Mazzini, Garibaldi e Cavour, "l'anima, la spada e il cervello", che insieme crearono l'Italia moderna, avevano tutti stretti rapporti personali con questo paese. Mazzini, spinto dalla sua stessa terra da oppressori stranieri, visse gran parte della sua vita in esilio tra noi, e qui sognava quei sogni, che ancora ispirano la generosa giovinezza in tutto il mondo.
Quando Garibaldi ci visitò nel 1864, fu accolto con entusiasmo da tutte le sezioni della nazione, dal Principe di Galles,
dal Peerage e dal Poet Laureate, non meno che dalle classi lavoratrici. È stato registrato che, usato com'era, come soldato, al ruggito della battaglia e, come marinaio, al ruggito della tempesta, Garibaldi quasi si mise a gridare davanti
al tumultuoso ruggito di benvenuto che lo salutò appena uscì dal stazione ferroviaria di Nine Elms. Cavour era uno studente profondo e un grande ammiratore delle istituzioni britanniche, sia politiche che economiche, e in gran parte fondò su di esse istituzioni italiane. E il primo discorso pubblico che abbia mai pronunciato è stato fatto a Londra in lingua inglese. Questi grandi uomini sono passati nel tempo dal palcoscenico della vita pubblica italiana e altri hanno preso il loro posto, ma in mezzo a tutte le mutevoli complessità della recente politica internazionale, nessuna ombra è mai caduta sul sentiero dell'amicizia anglo-italiana. E infatti durante la guerra boera l'Italia era l'unico amico che ci erarimasto in Europa.
L'adesione dell'Italia alla Triplice Alleanza era sempre soggetta a due condizioni, in primo luogo che l'Alleanza doveva essere puramente difensiva, e in secondo luogo, che l'Italia non avrebbe mai sostenuto nessuno dei suoi partner nella
guerra contro l'Inghilterra. Così, alla prima condizione, quando nel 1913 l'Austria propose che la Triplice Alleanza si unisse per schiacciare la Serbia, vittoriosa ma sfinita dopo le guerre nei Balcani, l'Italia respinse immediatamente la proposta. E, nella seconda condizione, quando l'espansione navale tedesca divenne sempre più provocatoria e minacciosa per la Gran
Bretagna, potemmo trasferire quasi tutta la nostra flotta del Mediterraneo nel Mare del Nord, con la consapevolezza che, qualunque cosa potesse accadere, non dovremmo mai trovare L'Italia tra i nostri nemici." La mia opinione è che queste pagine della storia vadano rilette con spirito romantico!

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germinal

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Altre opinioni degli utenti su War horse

  • ilalub
    opinione inserita da ilalub il 01/03/2020
    E' un film di guerra e non ne sono una grandissima appassionata. E' un film sui cavalli, e non amo neanche questi. In generale, non amo i film in cui ci sono animali, perché quando si tratta di animal...
    Continua a leggere >
    emotivo
    finale
  • locusta91
    opinione inserita da Anonimo il 18/04/2018
    Lungo 2 ore e 20, si potrebbe considerarlo un kolossal degli ultimi anni. È ambientato durante la prima guerra mondiale e la scena è incentrata sul cavallo Joey, allevato da un giovane ragazzo di nome...
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    Mi ha emozionato, storia toccante; regia di Spielberg; cast; fotografia e scenografie
    Lo sfondo drammatico, sanguinario, violento della guerra...
  • millifly
    opinione inserita da Anonimo il 14/02/2018
    War horse è una pellicola drammatica del 2011 che racconta con un punto di vista inedito, quello di un cavallo, la Prima Guerra Mondiale. Il film racconta dei momenti drammatici del 1914 e di come un ...
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    ambientazione
    nessuno
  • melaniamel
    opinione inserita da melaniamel il 02/02/2018
    "War horse" è un film di genere drammatico del 2011. La regia è di Steven Spielberg mentre la sceneggiatura è di Richard Curtis e Lee Hall. Il soggetto è tratto dal romanzo omonimo scritto da Michael ...
    Continua a leggere >
    Storia bellissima ed originale.
    Nessuno in particolare