Zulli 2Q20
Agli inizi di dicembre è uscito il nuovo album del cantautore David Zulli (milanese di nascita, romano d'adozione), cantautore polistrumentista, infatti è sempre lui che suona tutti gli strumenti necessari, chitarre, basso elettrico, pianoforte, organo, flauto traverso, clavinet (strumento musicale a tastiera), spinetta, batteria, utilizzando naturalmente l'aiuto di altri strumentisti. David è partito come autodidatta imparando a suonare la chitarra all'età di 16 anni e solo dopo proseguendo con un maestro.
Dopo aver suonato in parecchi complessi, nel 2017 ha esordito come solista pubblicando autonomamente il suo primo album “La danza delle nudità”.
Il titolo dell'album appena uscito è 2Q20 (due cu due zero) ed ha avuto una gestazione abbastanza lunga con la coordinazione e l'aiuto di Francesco Forni in un progetto che ha richiesto due anni di lavoro continuo, corredato come dice lo stesso cantante, “da fatiche e pianti, ma anche da tante soddisfazioni”, due anni in cui Zulli ha abbandonato tour e spettacoli per dedicarsi tutto alle sue idee.
L'uscita è stata anticipata, quasi come per un trailer dal singolo “Lo specchio della città” presentato in forma digitale e alla radio, ispirato e dedicato alla su città, Roma. Essa è la canzone che apre il disco e ci racconta la triste storia di una città, la sua, che è diventata una discarica con rifiuti abbandonati dappertutto, canzone che dimostra quanto stia a cuore al cantante il problema ambientale.
La cover di 2Q20 è molto delicata e con colori leggeri che ricordano un quadro a pennelli giapponese: su una fascia beige scuro il nome dell'autore David Zulli, in primo piano un albero con rami scheletrici privi di foglie e con le radici visibili nel terreno, nella barra dello stesso colore di quella superiore il titolo 2Q20.
Ecco la tracklist dell'album che presenta 13 canzoni + una reprise:
1.Lo specchio della città
2.Quando mi guardo allo specchio
3.Mario
4.Come quando parlo alla luna
5.Ieri sera ho visto Paz
6.Instabile
7.Se non fai il bravo
8.Vedo facce
9.Quando scende la notte
10.Quando le navi partono dal porto
11.Naufragio
12.Quando i sogni all’alba
13.Valzer Macabro
14.Quando i sogni all’alba (Reprise)
Attraverso le sue canzoni, Zulli osserva la realtà che ci circonda, la buia e terribile crisi in cui siamo finiti con lo scoppio della pandemia e lo fa nel ruolo che gli riesce meglio, quello del cantastorie, che sa esaltare le bellezze che non siamo più capaci di vedere, che sa narrare storie, che sa farci sognare a colori, alla ricerca di un rifugio sicuro da tutto quello che succede e ci spaventa.
Le canzoni dell'album sono piene di -come- e di -quando- (per esempio 6 nei titoli), ma i se espressi sono davvero pochi, sono impliciti, tutti però presenti fortemente nelle domande di un continuo dialogo interno basato sul “cosa succederebbe, cosa succederà, cosa sarebbe successo se, se, se...”.
Zulli si trova sospeso come in una terra di mezzo, perchè vede ancora un po' di luce, ma vede anche tanto buio incombente, mentre prevalgono momenti di silenzio e riflessione.
Insomma, un buon album, ricco di suggestioni e di idee, e, come lo definisce lo stesso Zulli, “libero, stravagante, folle”.
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