Opinione su A VISO SCOPERTO - Autore Clive Staples Lewis: Solo per i grandi amanti del fantasy
Solo per i grandi amanti del fantasy
01/06/2020
Vantaggi
??
Svantaggi
fantasia o mitologia questo è il problema?
A viso scoperto, romanzo-ossessione dello scrittore irlandese Clive S. Lewis, si trova esattamente nel mezzo di un bizzarro incrocio creato dalle storie figlie del mondo ellenico e il variegato mondo del fantasy, con una spruzzata di fantascienza. Rivisitazione del mito greco di Amore e Psiche, contenuto in un capitolo de L'asino d'oro di Apuleio, A viso scoperto non convince e non appassiona, né come omaggio né, tanto meno, come romanzo a sé stante. La narrazione, lenta ed eccessivamente particolareggiata, intorbidita da avvenimenti che appesantiscono la storia, smarrisce il senso del racconto dall'inizio alla fine dei capitoli: e una scrittura datata, volutamente arcaica ma forse inconsapevolmente ridondante, incede ed incespica ai bordi della noia. Nulla, in questo romanzo, ha il fascino leggero, impalpabile, delle favole greche, i cui personaggi custodiscono l'intero universo dei sentimenti umani: costruendo figure spigolose, dure ed incattivite, Lewis ingabbia il mito in una prigione di confusi tormenti, dove una sfrenata fantasia accumula elementi come cianfrusaglie. Ne vien fuori, così, un romanzo pedante, a tratti ingombrante, da consigliare solo a lettori forti che non abbiano paura di perdersi a metà strada tra il mito e gli iperspazi. - C'è un luogo, ai confini del mito, un regno chiamato Glome, dove il potere è nelle mani di un sovrano bruto e dall'umore tempestoso, Trom. Tre sono le sue figlie, Orual, la maggiore, dal volto sfigurato, Redival, la mezzana frivola e civettuola, e Psiche, l'ultima arrivata, che infonde di grazia e bellezza chiunque la guardi. Agli ordini del re, docile e sottomesso, il vecchio servo Volpe, greco depositario di saggezza ed umanità. In un clima di odio tra regni vicini, mentre i raccolti scarseggiano e le popolazioni si inferociscono sempre più, i sacerdoti della divinità femminile Ungit chiedono il sacrificio della bella Psiche al dio della Montagna Grigia, figlio di Ungit, per placare le ire di entità capricciose. Mossa dalla disperazione, Orual farà di tutto per salvare Psiche da una morte senza senso, affrontando un viaggio senza speranza: ma proprio quando il destino sembra volgere lo sguardo dalla loro parte, riuscendo a salvare Psiche, Orual scoprirà l'orribile segreto che si cela dietro la “fortuna” sorte della sorella. Molti anni dopo, diventata regina guerriera, ripenserà alla triste fine della fanciulla, accusando gli dei meschini, e impegnandosi a scriverne la storia per farla arrivare fino alle sagge terre della Grecia...
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
-
trama
-
ambientazione
-
personaggi
-
sviluppo
-
adatto a tutti
Valuta questa opinione
Ti sembra utile quest'opinione?
Scrivi un commento