Letto ma non approvato! Mi aspettavo di meglio!
Che i romanzi di Madeleine Wickham non appartengano al genere chick-lit come quelli del nome fittizio Kinsella, è ormai verità universalmente riconosciuta. Come potremmo inquadrarlo, allora? Ritengo che possa essere considerato, in primis, come un romanzo sociale. Come già Begli amici! e il precedente Vacanze in villa, Affari d’oro ha per protagoniste diverse coppie, le quali si ritrovano invischiate in rapporti molto complessi tra loro, fino a pensare di annullare qualunque precedente relazione per ricostruirne delle nuove. Marcus e Anthea Whiterstone, casualmente, si ritrovano nella vita di Liz e Jonathan Chambers; a fungere da collante, gli strambi Ginny e Piers, PR e attore, e il loro migliore amico, Duncan. Come si può ben immaginare, motore degli stravolgimenti che danno vita alla trama del romanzo è l’amore: sia l’amore finito, o che si crede finito, tra le coppie che vivono nella noia della routine matrimoniale; sia l’amore che si crede appena sbocciato, confondendolo con il piacere che deriva dal sesso occasionale. Il crescente narrativo rende la storia a volte fin troppo assurda, i protagonisti cambiano le loro vite inseguendo la felicità, o almeno quella che credono essere la felicità. Il bandolo della matassa viene estratto, come nelle migliori narrazioni, solo tra le ultime pagine.
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