Il Testamento
“All We Are Saying”, tradotto letteralmente -Tutto quello che noi stiamo dicendo”, edito da Einaudi, ci presenta l'ultima intervista a John Lennon e Yoko Onp che, proprio per essere stata tale, ha acquistato un valore molto particolare, assumendo lo stigma di un vero e proprio testamento spirituale ed artistico.
Nessuno si sarebbe mai sognato d pensare che l'intervista avvenuta nel mese di settembre del 1980 dopo un periodo di silenzio, di rifiuto a rilasciare qualsiasi dichiarazione, sarebbe stata l'ultima a causa dell'omicidio dell'8 dicembre dello stesso anno.
L'intervista non avvenne in un'ora o in un giorno, ma in parecchie giornate, potremmo dire puntate: il giornalista David Sheff per PlayBoy incontrò dunque parecchie volte John Lennon e Yoko Ono nel centro di New York dove i due vivevano, sia nel Dakota Building, il tristemente celebre grattacielo dove risiedevano, nello studio di registrazione oppure qua e là nei caffè dei dintorni.
Spiccano prima di tutto le parole del ricordo di David Sheff, precisamente: “Lui e Yoko furono gentili, divertenti, appassionati, fieramente impenitenti, e del tutto aperti.” Proprio per la loro spontaneità e sincerità, proprio per il clima in cui avvennero i colloqui questa intervista o meglio questo insieme di interviste, vale come un vero testamento spirituale: i due non sono i miti di cui tutti parlavano, ma semplicemente un uomo e una donna che parlano liberamente, direi a cuore aperto della loro vita, negli aspetti sia positivi che negativi, nei momenti di buio e in quelli di luce.
Il leit motiv rimane la consapevolezza che le cose cambiano, possono e devono cambiare, per esempio muta il rapporto con i Beatles, ma permane l'amore incondizionato per la musica nel desiderio di essere se stessi imparando a pensare con la propria testa.
Lennon aveva deciso di ritirarsi per crescere il figlio e vivere in tranquillità con Yoko Ono fuori dai riflettori, poi era uscito il loro album, non più solo John ma anche Yoko, album intitolato “Double Fantasy”, tante le speranze, tanti i desideri e i sogni e poi tutto si infranse con quei quattro colpi sparati alla schiena da un fanatico.
Leggendo le pagine, si vive con loro, in un su e giù continuo di ricordi, il presente e il passato, con un'analisi approfondita dei rapporti con i Beatles: John si dice convinto che non ci sarebbe più stata una riunificazione non per rancori o altro, ma perchè tutti e in particolare lui sono cambiati. John non è più il ragazzo di Liverpool pronto a battersi e ad alzare le mani, ma è un convinto pacifista.
Un libro da leggere e da meditare.
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