Opinione su Amrita - Banana Yoshimoto: "l'acqua che bevono gli dei"
"l'acqua che bevono gli dei"
23/06/2014
Vantaggi
Alcuni Elementi Mi Hanno Incuriosita
Svantaggi
A Volte La Narrazione è Un Po' Lenta
Si è presentata con una pila di libri per allietarmi il ricovero e la convalescenza ma in realtà me li sono letti con calma con l'andare del tempo dato che adoro leggere ed ero molto curiosa di scoprire cosa lei avesse scelto per me.
Ho letto vari romanzi di Banana Yoshimoto ed anche se questo in particolare è molto caro alla scrittrice e molto osannato dalle recensioni nel web, finora è quello che mi è piaciuto di meno.
Sviluppato in 303 pagine, "Amrita" racconta la storia di Sakumi che battendo violentemente la testa ha perso la memoria.
Attorno a lei ruotano i componenti della sua strana famiglia allargata, mamma Yukiko, il fratellino Yoshio che ha spesso delle visioni che lo sconvolgono, Junko e Mikiko.
Sakumi ed il resto della famiglia si trovano quasi quotidianamente a fare i conti con il ricordo della sorella Mayu, bellissima e giovanissima morta in un incidente d'auto a seguito di un'ingestione di alcool e farmaci.
Oltre a questa famiglia molto piacevole da conoscere, nelle varie vicissitudini saranno coinvolti anche altri personaggi che non sto qui a presentarvi per non togliervi il gusto della lettura.
Se ci penso, mi viene da definire questo libro "vuoto".
La trama non ha uno svolgimento preciso nel senso che non ci sono misteri da svelare, situazioni da risolvere, ostacoli e problemi.
Per esempio in un giallo bisogna trovare l'assassino, in un romanzo rosa il protagonista si innamora, in Amrita non c'è qualcosa di particolare che succede.
Si susseguono le giornate e vediamo vivere i personaggi che svolgono azioni di ordinaria amministrazione come andare a lavorare, mangiare, dormire, guardare la tv, prendere un tè, ma sono protagonisti anche di avventure più stimolanti come per esempio viaggi, gite fuori porta, incontri di persone ognuno con la propria storia da raccontare.
Questo susseguirsi di vicende dà vita a continue riflessioni dei personaggi sullo stato d'animo che stanno vivendo, sui perchè della vita, si fermano a pensare, a contemplare un paesaggio, lo sguardo di un famigliare, un sorriso, meditano sul profumo di un fiore, sulla bontà di un tè caldo, si soffermano ad osservare quello che li circonda.
I libri di Banana sono molto meditativi ed ogni pretesto è buono per far fermare il lettore a riflettere.
Il passo in assoluto più bello è quello della vacanza a Saipan dove la scrittrice si sofferma a descrivere quello che i protagonisti fanno in questa paradisiaca isola, ci parla dei colori del posto, ci trasmette delle sensazioni molto suggestive.
Per il resto l'ho letto piacevolmente ma non ne ho colto particolarmente l'essenza anche perchè quando il lettore è costretto a subire riflessioni su riflessioni il libro diventa inevitabilmente un po' troppo lento.
Infatti non mi vergogno ad ammettere che qualche passo l'ho saltato perchè più che le pagine meditative mi piacciono le pagine narrative.
Ad una trama un po' sgangherata e spesso surreale per via delle continue visioni dei personaggi, ho contrapposto un interesse smodato suscitato dagli usi e costumi giapponesi che grazie ai libri di Banana sto conoscendo ed apprezzando.
In tutti i suoi libri, in questo in particolare, si mangia moltissimo.
Grazie ad un piccolo glossario a fine libro ho imparato dunque molti termini nuovi che si riferiscono soprattutto all'ambito culinario con infarinature generali anche su altri tipi di tradizioni.
Ad esempio ho imparato che l'okonomiyaki è una tortina di grano farcita a piacere con carne e pesce, che la tempura è un leggerissimo fritto molto usato in Giappone, ho imparato a conoscere l'esistenza del brodo di miso, dei ramen, degli udon e che i giapponesi dormono sul futon.
Molto incuriosita mi sono messa a cercare le foto di alcuni piatti di questi piatti su internet, ho iniziato a guardare foto di Saipan e di Bali dove trascorrono le vacanze rispettivamente Sakumi e Yukiko, insomma come libro è stato stimolante dal punto di vista della ricerca di nuovi termini e paesaggi, mi ha aperto gli orizzonti verso cose che non conoscevo se non per sentito dire.
Se dunque Banana non ha fatto centro con la trama, di sicuro mi ha aiutato molto a lavorare di fantasia e curiosità!
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
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trama
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ambientazione
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personaggi
- sviluppo
- adatto a tutti
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