Il romanzo che non mi aspettavo
Leggere “Anna” dello scrittore Niccolò Ammaniti è stata per me una -piacevolissima- sorpresa, non certo per il racconto terribile ma per il fatto che mi aspettavo un altro genere ed invece, eccomi catapultata in quello che preferisco, la SciFi più completa.
Di sorpresa siamo gettati in una terribile distopia che, guarda caso, si svolge proprio nel 2020: la Sicilia che conosciamo non esiste più, ovunque rovine, terreno nero per i contini e dilaganti incendi, pochi tronconi di case abbandonate, strada vuote punteggiate qua e là da auto abbandonate e ormai arrugginite, nessuno, nessuno a perdita d'occhio.
E poi ecco muoversi una ragazzina, la protagonista Anna, che si aggira cauta alla ricerca di qualcosa che possa esserle utile, ma deve stare molto attenta: ovunque girano branchi di cani allo sbando ormai inselvatichiti e pronti a sbranare, e poi ci sono altri come lei che costituiscono un pericolo, sempre, in particolare i cosiddetti ragazzi blu, dal modo in cui si dipingono.
A poco a poco, in un ritmo quasi ipnotico, Ammaniti traccia le linee di questo mondo che sotto certi aspetti sembra tremendamente attuale: la vita normale di Anna che vive con la madre, il padre e il fratellino piccolissimo di nome Astor finisce di colpo quando dal Belgio si diffonde la notizia di un virus che sta dilagando. Esso scatena una malattia detta “la Rossa” per le macchie che fa nascere sulla pelle e colpisce senza risparmiare nessuno, tutti gli adulti causandone in breve la morte.
Eccoci di fronte ad un mondo popolato da bambini o ragazzini che incapaci di credere a quanto è successo e sta ancora succedendo, cercano di sopravvivere, da soli o radunandosi in bande non sempre amichevoli, in attesa che arrivati alla fine dell'adolescenza, la Rossa li prenda come ha fatto con tutti.
Anna vive per Astor, lo protegge, lo ama, lo coccola, lo sgrida e lo spaventa parlando di “mostri di fumo” perchè quando lei va in spedizione, lui non esca all'esterno, ma ben presto una banda di blu attacca la casa e rapisce Astor mentre lei è in giro per provviste.
E così Anna, trasformata in piccola guerriera, parte alla ricerca della sua vita, il piccolo Astor con in mente il giuramento fatto alla madre morente di proteggerlo sempre.
Il romanzo che per il nome della pandemia “la Rossa” mi ha ricordato proprio “La Morte Rossa” del racconto di Edgar Allan Poe è di lettura affascinante in un'immersione completa nell'atmosfera di questa nuova realtà dove, finito l'universo degli adulti, viene alla luce nella sua bellezza e nei suoi orrori ed errori l'universo dei bambini che non per colpa loro hanno perso ormai la loro innocenza.
Romanzo da leggere, anche per la sua terrificante attualità.
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