Opinione su Arrivederci, arancione (Iwaki Kei): Le parole come arma

Le parole come arma

26/05/2018

Vantaggi

sensibilità attualità

Svantaggi

nessuno


“Arrivederci, arancione” è un romanzo di Iwaki Kei, scrittrice giapponese che attualmente vive in Australia e che molto ha tratto dalle sue esperienze di emigrata: da queste ha capito che il vero inserimento in un paese diverso dal proprio avviene tramite la lingua. Capire le parole, le frasi, i sottintesi serve ad essere come gli altri e a superare le barriere della discriminazione. E’ proprio questo l’argomento del romanzo delicato e ricco di sensibilità che ci presenta in alternanza di capitoli la storia di due donne, da una parte Sayuri, giapponese come l’autrice, che scrive in prima persona attraverso lettere dirette al professore che le ha suggerito la strada da percorrere, cioè quella di diventare scrittrice. Dall’altra parte c’è Salima, proveniente dall’Africa, fuggita col marito e i due figli di cui uno appena nato: Salima viene subito abbandonata dal marito e Salima diventa a poco a poco consapevole delle proprie capacità: comincia a lavorare, alleva da sola i figli e va a scuola per impadronirsi dell’inglese perchè capisce il potere della parola.
Il racconto è avvincente e ricco di sentimento in una storia tutta dalla parte delle donne.


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sheffield18

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Altre opinioni degli utenti su Arrivederci, arancione (Iwaki Kei)

  • jackb60
    opinione inserita da jackb60 il 27/02/2020
    Arrivederci arancione è un libro scritto da Iwaki Kei scrittrice giapponese che vive in Australia, la storia si svolge in Australia dove due donne di etnie diverse una Salima è una rifugiata africana ...
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    bella storia di amicizia
    difficoltà giornaliere