Opinione su Atypical: Da vedere
Da vedere
04/11/2017
Vantaggi
ironico al punto giusto, emozionante
Svantaggi
pochi episodi
Parla di Sam (Keir Gilchrist), un ragazzo di diciotto anni affetto da autismo ad alto funzionamento che decide di trovarsi una fidanzata, cosa che reputa impossibile al principio ma verrà poi dissuaso dalla sua psicoterapeuta, Julia (Amy Okuda). Questa sua decisione metterà sua madre Elsa (Jennifer Jason Leigh) in crisi, poiché è sempre stata lei ad occuparsi di lui, di ogni sua necessità ed ad agevolarlo in tutto come per esempio comprandogli i vestiti. Ma Sam desidera maggiore indipendenza e questa sarà una cosa con la quale tutta la sua famiglia dovrà fare i conti. Infatti Sam ha una sorella, Casey (Brigette Lundy - Paine) che ha il compito, nonostante sia la sorella minore, di tenerlo d’occhio quando si trovano a scuola. Questo fa in modo che tutto ciò che la riguarda passi in secondo piano. L’unico a darle man forte è suo padre Doug (Michael Rapaport) che ha difficoltà a rapportarsi con Sam, anche se ci prova, e capisce il peso che grava sulle spalle della figlia.
Ma il mio preferito è Zahid (Nik Dodani), amico e collega al negozio di elettronica dove lavorano Part-Time, di Sam. Donnaiolo, si definisce un esperto sull’argomento ragazze e lo aiuta dandogli suggerimenti, facendogli da spalla ed aiutandolo a scegliersi dei vestiti da rimorchio. E’ senza dubbio il personaggio più comico ed autoironico all’interno della serie.
Per adesso è uscita solo la prima stagione composta da 8 episodi ma ho letto che è stata confermata la seconda.
Inizialmente ero titubante verso la sua visione. Temevo di trovare un approccio alle tematiche trattate, banale e superficiale ma c’è da precisare che Atypical non è un documentario e non tratta di tutte le casistiche sulla diagnosi dello spettro autistico. Quindi se ci si aspetta una cosa del genere è probabile che non piaccia. E’ la storia di Sam con i sui successi ed insuccessi nelle relazioni con gli altri; è la storia della sua famiglia vista dal punto di vista di ognuno; è la storia di come potrebbe essere la vita di un ragazzo autistico, ma non la sola ed unica, una delle tante e forse anche una delle più ottimiste dato che Sam è ad alto funzionamento ed è perlopiù in grado di cavarsela da solo.
Ogni episodio dura circa mezz’ora e non risulta assolutamente pesante, tanto che io l’ho finita in pochi giorni. L’ironia ed i momenti di serietà sono ben dosati e mixati senza che si propenda più verso l’uno o l’altro o che si ridicolizzino certi aspetti.
La parte che ho apprezzato maggiormente è il focus che si fa sulle persone che stanno intorno a Sam, in particolar modo la famiglia. Il fatto che tutto giri intorno a lui, senza che sia Sam stesso a volerlo ovvio, tutto venga fatto in sua funzione ma allo stesso tempo tutti cercano di uscire da quello schema, cercano di crearsi, come è giusto che sia, uno spazio ed un’altra identità che non sia solo quella di madre di famiglia che vive per i figli o di sorella che deve preoccuparsi se Sam pranza o meno e che allo stesso tempo si trovano spaesati da questo distacco che Sam richiede.
Quello che mi fa più tenerezza è Doug, cerca da sempre un contatto con il figlio ed ora che questo è intenzionato a trovarsi una ragazza sembra poterlo finalmente avvicinare ed in effetti prende per Sam il ruolo di confidente che prima aveva la madre. Nonostante i suoi sforzi, però, se le cose iniziano ad andare bene con uno, iniziano ad incrinarsi con Casey, anche se per lei è lui il suo punto di riferimento più che sua madre, con la quale ha un rapporto di amore ed odio, forse per via dell’atteggiamento che Elsa ha nei confronti di Sam.
Devo ammettere che il personaggio di Elsa non mi fa impazzire ma sinceramente non saprei che avrei fatto io se fossi stata nei suoi panni, quindi non mi sento di dare un giudizio senza peccare di presunzione.
Zahid, oltre ad essere il più carismatico, è anche quello che a mio parere tratta Sam come tratterebbe chiunque altro, nel senso che gli fa fare delle cose senza pensare che potrebbero dargli fastidio, come entrare in un locale con musica molto alta e luci troppo forti e non l’ho interpretato come sinonimo di disattenzione o menefreghismo ma come amicizia vera, gli da quello che Sam vuole, essere come tutti gli altri.
La psicologa invece non l’ho ben capita. Si presume che chi segue un ragazzo con autismo abbia delle competenze, abbia una certa personalità ed anche un minimo di autocontrollo, invece più che altro sembra, per tutta la serie, una sorta di tirocinante; mi ha dato l’idea di una persona inesperta e probabilmente non adatta al ruolo.
Penso che Atypical meriti di essere visto. Non lo trovo adatto ai bambini ma solo per l’utilizzo che viene fatto di alcune parole, non certo per la tematica. Ne consiglierei fortemente la visione nelle scuole, dalle medie in poi, soprattutto per la sensibilizzazione degli studenti anche al fatto che diversità non è sinonimo di emarginazione.
Ci tengo a precisare che tutte le mie considerazioni sono assolutamente personali e strettamente correlate a quanto visto nella serie tv e non vorrei che venissero fraintese come se stessi scambiando la finzione con la realtà delle cose che sicuramente è ben più difficile.
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
-
trama
-
ambientazione
-
personaggi
-
sviluppo
-
adatto a tutti
Valuta questa opinione
Ti sembra utile quest'opinione?
Scrivi un commento