Opinione su Baby Driver - Il genio della fuga: Baby a tutta velocità con la musica nelle orecchie
Baby a tutta velocità con la musica nelle orecchie
01/06/2020
Vantaggi
Inquadrature, forte presenza dell'identità del regista, interpretazioni buone
Svantaggi
Musica eccessiva, trama vuota e pedestre
Il film non ha una narrazione ben calibrata perché si alternano sequenze troppo lente e intime a sequenze più votate all'azione. Si svolge lungo due binari apparentemente slegati ma accomunati dal medesimo protagonista: da un lato c'è la vita privata, dall'altro la vita lavorativa. Si indugia molto sull'uno e sull'altro, e solo dopo più di un'ora inizia a convergere tutto e a originarsi un intreccio fatto di quell'armonia precedentemente invisibile. È statico negli sviluppi e non presenta mai nulla di realmente nuovo. Il protagonista mi ha ricordato il personaggio interpretato da Ryan Gosling in "Drive" e la storia nel suo insieme presenta similitudini con tante altre pellicole del genere. Tutta la noia che si accumula viene messa in fuga dalle azioni e dalle conseguenze che questo "genio della fuga" provoca. Si può dire che gli ultimi venti minuti contengano tutta quella vigoria che sarebbe dovuta essere distribuita equamente tra le varie fasi. I colpi di scena non sono mancati, né tantomeno svolte marcate da efferatezza vera. Eppure quel che mi è rimasto in mente è una amalgama di squilibri nella struttura della vicenda, di parti romantiche abbastanza adolescenziali, di inseguimenti troppo pedestri e di antagonisti che sembrano fatti con lo stampino, pure se interpretati da attori come Jamie Foxx, Kevin Spacey e Jon Hamm.
Sulla carta potrebbe sembrare una sceneggiatura interessante, in cui non dovrebbe latitare l'adrenalina, ma invece manca quel piglio giusto che possa infervorare davvero. E lo dico perché è palese che è questo uno degli obiettivi primari del regista, quello di infervorare chi guarda.
Ho apprezzato solo i livelli interpretativi dei vari personaggi - impersonati da attori di un certo calibro - e l'attenzione dedicata ai dettagli, alle inquadrature e al ritmo, vero strumento incalzante che va a compensare le mancanze della trama.
Parlando di Baby, per quanto sia un vero e proprio protagonista di cui sappiamo molti dettagli, non riesce mai a emergere e mostrare abbastanza personalità. Ha un'aura vintage (basti guardare il look e le auto che causalmente si ritrova a guidare), possiede un qualcosa che mi porta a far pensare alla gioventù degli anni Sessanta, tormentata ma ancora con qualche sogno nel cassetto. Per la stragrande maggioranza è perlopiù silenzioso, rivela in parte il suo animo solo a Debora e al padre adottivo muto e paraplegico. È acuto anche se se ne sta in disparte con gli auricolari nelle orecchie e sa guidare come nessuno mai. Poi, inaspettatamente, nelle battute finali lo vediamo far mostra di risorse inimmaginabili, appare più baldanzoso e ardimentoso che nel resto della film.
"Baby Driver - Il Genio Della Fuga" è una pellicola in cui si ravvisano le cose che piacciono di più a Edgar Wright e che si possono distinguere con chiarezza nei lavori della sua filmografia. In questo del 2017 si scorge un certo desiderio di ambiziosità, cosa che si può constatare nelle parti più movimentate e trucide, ma c'è ancor più voglia di restare con i piedi per terra per narrare una storia in fin dei conti romantica e complicata, con al centro un giovane che ha sofferto, che continua a soffrire ma che cerca riscatto e appagamento. Sono inseriti tanti elementi, ma strada e musica (come citato nel film) sono quelli salienti, cause di gioie e dolori. E la musica è una presenza preponderante, a tratti ingombrante. Poteva fare la differenza, ma invece è finita per disturbare per via dei massivi riferimenti a brani, cantanti, gruppi, testi e quant'altro. Si può dire che ogni personaggio, stranamente, o ha una buonissima conoscenza musicale o sta ascoltando musica. Anche quando Baby ruba una macchina a due ragazzi, all'interno della vettura c'è già un dispositivo bello pronto su cui ascoltare pezzi. Qualche volta le canzoni sono funzionali e offrono spunti per battue sagaci, ma per la maggior parte non va così. Insomma, per me questo lungometraggio, pur non essendo intricato, non è stato eccitante come mi aspettavo dopo aver letto la trama. L'ho seguito e ho dovuto fare un po' di sforzo per tenere la mia attenzione attiva. Ho avuto sempre l'impressione che le parti monotone (malgrado la presenza di toni musicali) durassero più di quelle vagamente migliori, e fino al termine non mi ha convinta, anche se c'è più sostanza nell'epilogo. Il mio giudizio non è positivo come mi aspettavo, fatto salvo per qualche aspetto di cui non posso affatto parlar male, in virtù della loro valenza: l'artificio visivo e sonoro, la precisione stilistica delle inquadrature, la forte presenza dell'identità del regista e le buone interpretazioni.
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
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trama
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ambientazione
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personaggi
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sviluppo
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adatto a tutti
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