Zombie in salsa "indiana"
Questo film di produzione canadese ripropone il tema zombie mescolando al tema dei nativi americani.
Il film si svolge in Quebec dove cominciano a succedere cose strane con animali che tornano in vita e pian piano il virus si diffonde, ma sembra non colpire i nativi americani che si organizzano per difensersi dagli zombie, che comunque possono ucciderli mangiandoli, e dai bianchi che sono facili ad infettarsi.
Il regista offre un nuovo punto di vista sul tema zombie proponendo una sorta di riscatto proprio per quest'ultimi che sono gli unici a salvarsi da quest'apocalisse.
Lo spunto di riflessione metaforico trova anche un'azione degli "americani" trasformati in zombie che vogliono cannibalizzare i poveri nativi americani proprio come hanno fatto all'inizio dei tempi relegando i superstiti in riserve.
Tutto molto interessante e poetico con un cast decente che riesce a dare un senso di realismo alle comunità grazie ad un certo feelings, ma i complimenti si fermano qui.
E' pur sempre un film zombie con tanto splatter, spesso incoerente e poco realistico, una storai frammentata che salta tra le trame spesso in modo disconnesso forse per colpa di uno script inappropriato e pieno di buchi che lascia troppo spesso all'immaginazione dello spettatore.
Manca totalmente una retrospettiva sulle cause della pandemia che non vengono speigate, ma sembra nemmeno i protagonsiti se ne occupino rassegnati al proprio destino.
Peccato perchè era uno dei pochi film zombie ad avere qualche senso, ma che risultarà egualmente interessanti per gli estimatori del genere perchè non manca lo splatter.
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