Sting e il periodo pre-Police
Dai tempi dell'adolescenza sono un fan di Sting e dei Police. Oltre alla completa discografia del bassista di Newcastle e della band, possiedo diverse pubblicazioni a loro dedicate. Ho letto con piacere l'autobiografia di Andy Summers (quella di Stewert Copeland cita solo di sfuggita il trio), e non potevo non lasciarmi sfuggire quella di Gordon Sumner, in arte Sting. Si tratta di un'opera molto introspettiva, focalizzata sul periodo dell'infanzia e dell'adolescenza dell'artista. Sting si sofferma sul rapporto con i genitori, molto sofferto a causa di conflitti e infedeltà, sulle sue esperienze scolastiche e lavorative dopo le scuole superiori, sul suo amore per la musica ed il bisogno di trovare strade alternative al grigiore del contesto decadente, post-industriale nel quale si trova ingabbiato. Parla delle sue prime band jazz, dei Last Exit (gruppo dove sperimenterà brani che poi verranno integrati nei dischi dei Police) e del primo incontro con Stewart Copeland, evento spartiacque della sua carriera. L'opera è apprezzabile per lo stile elegante e ricercato, per alcuni passaggi arguti e ovviamente per tutte le "chicche" che i veri fan dei Police troveranno particolarmente interessanti. A quanto pare, Sting non si è avvalso della collaborazione dei cosiddetti "ghost writers", come invece accade di solito nel caso delle autobiografie dei vip. Insomma, sarebbe tutto farina del suo sacco, e personalmente tendo a credere a questa versione. Il libro si legge velocemente e offre anche numerosi spunti di riflessione sui sacrifici per emergere, sul rapporto tra successo e famiglia/amici/amore e sul processo creativo.
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