Opinione su Bruno Conti: Fenomeno italiano degli anni '80
Fenomeno italiano degli anni '80
29/02/2016
Vantaggi
ala destra di talento, fortissimo, gran dribbling, bandiera della Roma
Svantaggi
segnava poco
In quel posto era molto diffuso il gioco del baseball importanti, negli anni 40, dagli alleati e, cosi', Bruno sin da piccolo gioca a questo sport americano.
Poi, con il tempo, viene notato da un talent scout ed indotto a giocare a calcio.
Questa è la sua fortuna perchè, ancora oggi, è considerato una delle ali destre migliori di ogni tempo per fantasia, classe, velocità e tecnica.
In Italia, al suo livello, ci sono stati solo il Barone Franco Causio e Roberto Donadoni.
Giocava con la maglia numero 7 ma, a volte, ha indossato anche la casacca numero 11.
Nella Roma è stato un autentico campione, ha vinto uno storico scudetto e ha perso, purtroppo, una finale di Coppa dei Campioni, oggi chiamata Uefa Champions League, all' Olimpico contro il Liverpool ai rigori. Inoltre ha trionfato anche in Coppa Italia.
Il suo più grande trionfo è stato, però, la vittoria del Mondiale nel 1982 in Spagna culminato con la finale di Madrid contro la forte Germania Ovest.
In quel Mondiale fu inserito nella formazione tipo e giocò in modo sublime, a mio avviso fu il principale autore della vittoria azzura, più di bomber Rossi, di Zoff, di Scirea o di Tardelli.
Era un re del dribbling, poteva saltare ogni tipo di avversario con veroniche e giocate pazzesche che esaltavano i tifosi, anche quelli avversari.
Era considerato un brasiliano d' Italia, infatti come tipologia di gioco era simile ai giocatori del Brasile e, per fare un esempio calzante, posso dire che oggi gli somiglia molto Neymar.
La differenza, tra i due, è che Neymar segna molto mentre Conti faceva pochi gol, preferiva fare assist e cross a ripetizione. Nella Roma ha gonfiato la rete per 47 volte tra campionato e coppe mentre, in azzurro, ha totalizzato 5 reti in 47 apparizioni.
Ha chiuso il suo rapporto con la Nazionale alla fine dei Mondiali del 1986.
Grazie ai suoi assist Roberto Pruzzo ha segnato caterve di gol e ha vinto anche alcune volte la classifica dei cannonieri della serie A.
Oggi è uno stimato dirigente della Roma, che ha pure allenato, seppur per un breve periodo, qualche anno fa.
Ha un figlio calciatore che, per tanti anni, è stato una bandiera del Cagliari in serie A mentre, il maggiore, ha avuto un carriera minore pur esordendo anche lui in serie A con la casacca giallorossa.
In carriera ha indossato, con profitto, pure la casacca del Genoa anche se, ovviamente, le cose migliori le ha fatte a Roma dove, per un decennio abbondante, ha deliziato la capitale.
A me piaceva molto, mi esaltava, vederlo giocare era un piacere perchè mi emozionava con giocate all' apparenza impossibili che solo lui poteva fare.
Con Totti e Giannini è il giocatore più amato dalla curva della Roma ed uno dei più presenti in assoluto.
Tecnicamente non era inferiore a nessuno, se avesse avuto un fisico più potente, secondo me, sarebbe durato anche più a lungo. Si è ritirato nel 1990 e, il giorno del suo match d'addio, lo stadio Olimpico era pieno come ai tempi di Italia 90.
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
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velocità
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