La Penisola dei Musei
Conosco Oslo molto bene e ci sono stata parecchie volte, in più ogni volta che devo scendere al Gardermoen, l’aeroporto della capitale, per un transfer, ne approfitto per una sosta di un paio di giorni in quanto la città mi piace molto, è tranquilla e Piacevole da girare. Voglio segnalare come una delle mete preferite Bygdoy, per la precisione la Penisola di Bygdoy che praticamente è uno dei quartieri della città e si può raggiungere comodamente in pochi minuti col bus, con l’auto (ci sono molti parcheggi) e col traghetto che attraversa semplicemente la Baia.
Io consiglio di arrivare subito al punto terminale della Penisola, quello che è conosciuto per la presenza di 3 celebri Musei e prima di dedicarsi alle visite, arrivare al mare e buttare uno sguardo al centro di Oslo che si trova proprio di fronte a voi, per la precisione la nuova Opera dela città, in marmo bianco e vetri con un piazzale che declina verso il mare e che è spettacolare.
Girandovi con le spalle al mare verso i Musei, sul prato di fronte a voi si può vedere il Monumento a 5 grandi uomini, 5 esploratori norvegesi, tra cui Amundsen e Nansen che parteciparono alle spedizioni al Polo Sud: le statue sembrano vive e sono fatte così bene che un anno in inverno nella foschia mi sono sbagliata e li ho presi per delle persone che guardassero verso il mare.
Adesso finalmente ecco i musei, io parto sempre dal Museo delle Navi Vichinghe: in 2 enormi sale che si raccordano in croce sono ospitate le migliori navi vichinghe perfettamente conservate. Hanno un perfetto stato di conservazione e questo perché i drakkar furono usati per le sepolture e di conseguenza interrate, così si sono preservate: all’interno sono stati ritrovati numerosi manufatti e naturalmente ossa. Quello che mi colpisce sempre è l’eleganza delle navi, la robustezza e la prua con una polena a ricciolo bellissima e soprattutto il pensiero che esse erano capaci di solcare mari tempestosi icon ogni tipo di vento ed arrivare ben lontano, in Islanda, in Groenlandia e ormai è certo, fino in Canada dove sono stati ritrovati gli insediamenti vichinghi.
Il secondo museo, potrei dire, esattamente alla porta accanto è quello della Fram: esso contiene questa enorme nave che è quella che Portò Nansen nelle esplorazioni polari, sia al Polo Nord che al Polo Sud.
Fram che in norvegese significa avanti, fu costruita in legno rinforzato adeguatamente per resistere alle pressioni dei ghiacci polari: fu fortemente voluta dal grande esploratore norvegese Nansen che aveva in mente l’esplorazione del Polo Nord, spingendosi più in là possibile e poi lasciando che con l’arrivo dell’inverno la nave fosse imprigionata dai ghiacci per seguire la deriva degli stessi , ma per realizzare il suo sogno, la nave doveva essere resistente sì da non essere stritolata seguendo i movimenti dei ghiacci. La nave è intatta e si può vistare anche l’interno per vedere le -comodità- di cui godevano questi grandi uomini.
Usciti anche da questo museo, ecco la chicca, quella che forse non tutti conoscono, cioè il Museo riservato a Thor Eyerhal, il grande esploratore norvegese del ‘900: egli pensava che anche gli antichi con le loro barche fossero capaci di comunicare attraverso gli Oceani e questo pensiero gli venne osservando le molte somiglianze culturali tra i popoli per esempio della Polinesia, del Cile , del Messico e dell’antico Egitto.
Così pensò di costruire delle -barche- usando il legno tipico dei popoli di allora (per es. usate sul Lago Titicaca in America del Sud o sul Lago Vittoria in Africa), precisamente il legno di balsa che è resistente e galleggia molto bene.
Qui troviamo il KonTiki con cui viaggiò dalle coste del Cile fino alla Polinesia a dimostrazione che era possibile una colonizzazione in questo senso.
Poi ci sono il Ra e il Ra II e con quest’ultimo, riuscì ad arrivare dall’Africa all’America Centrale a dimostrare che i contatti erano possibili anche all’epoca dell’Antico Egitto.
In conclusione se siete o vi capita di essere a Oslo, non fatevi scappare questa visita.
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