Opinione su Canzoniere - Francesco Petrarca: Il "Canzoniere" di una maturazione individuale
Il "Canzoniere" di una maturazione individuale
06/02/2019
Vantaggi
Il "Canzoniere" permette di conoscere a fondo l'indole sempre "ondeggiante" dell'uomo
Svantaggi
Una lettura essenzialmente centrata su Laura fa perdere un po' il significato complessivo dell'opera
Laura va sicuramente bene, ma è da sottolineare che, in tempi non proprio recenti, qualcuno ha anche osservato, e a mio pare a giusta ragione, che "il" protagonista "reale" del "Canzoniere" non sarebbe tanto Laura, quanto il poeta stesso, ossia il Petrarca. Letto in questa prospettiva critica, l'opera maggiore del Petrarca sarebbe dunque il Petrarca stesso, il quale, andando indietro nel tempo, alla più lontana gioventù, descrive la "propria" maturazione di uomo, compiutasi nel corso di molti anni: non per nulla Petrarca lavorò intorno al "Canzoniere", come si suol dire, "per tutta la vita".
Ora, è evidente che, se il "Canzoniere" è la storia della propria maturazione individuale, l'accento è posto anche sugli "errori" che il poeta compì nel corso del tempo. Uno dei più sentiti, è quello per cui Petrarca era profondamente scisso tra due diversissime modalità d'esistenza: da una parte egli bramava ardentemente la "gloria", soprattutto poetica, e l'essere universalmente riconosciuto non tanto come "un" poeta, ma "il" poeta (assoluto) dei tempi suoi; dall'altro egli aveva l'animo dello studioso, per cui amava la vita ritirata nello studio soprattutto degli antichi, dei quali, primo "proto-umanista" in senso assoluto, ricercava con affanno e passione le opere manoscritte.
Allora, abbiamo anche scoperto, da quanto si è andati dicendo, qual era il difetto che Egli sentiva più tormentoso nella propria personalità: l'assenza cioè di una "volontà ferma", che non lo facesse tentennare troppo di fronte alle scelte della vita. Però, questa tensione verso una volontà "ferrea" costituì sempre un'utopia per il Petrarca, che anche in vecchiezza riconobbe di non essere mai riuscito, in fondo, a superare questa manchevolezza del suo carattere.
Anche se, in fondo, qualcosa aveva pur imparato, ritirandosi, verso la fine della sua esistenza, nella sua casetta di Arquà, dove continuò fino all'ultimo a "limare" il suo "Canzoniere", e a condurre avanti i suoi studi sul mondo antico (greco e latino).
C'è a mio parere un verso emblematico del carattere tendenzialmente "titubante" del Petrarca; laddove cioè egli "canta", ormai raggiunta la tarda età, di sentirsi
"altr'uom da quel ch'io fui".
Al tramonto della sua vita, Petrarca dunque fece la scelta che avrebbe dovuto fare molti e molti anni prima, assecondando la sua indole solitaria e portata essenzialmente agli studi, abbandonando per sempre ogni mondanità.
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
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