Opinione su Cast Away: Tom Hanks sperduto nel bellissimo Cast Away
Tom Hanks sperduto nel bellissimo Cast Away
07/05/2020
Vantaggi
Trama, attori, regia, musiche, sviluppo
Svantaggi
Nessuno
Il protagonista è Chuck Noland. Lavora per la FedEx e, nel giorno di Natale del 1995 viene chiamato per partire e andare in Malaysia. L'aereo su cui è a bordo si schianta sulle acque del Pacifico. Lui è l'unico sopravvissuto, ma è solo, senza alcuna risorsa. Dovrà cavarsela con le sue mani, destreggiarsi con quello che riesce a trovare, e cercare di tirar fuori una grande capacità di adattamento.
Forte di una trama intensa e basata sull'idea inossidabile di un uomo naufrago che deve salvarsi da solo (proprio come Robinson Crusoe), la pellicola riesce a risultare affascinante anche a distanza di anni. Il merito va altresì all'ottima regia e all'interpretazione di Tom Hanks. L'attore americano a quei tempi aveva abituato il pubblico a performance lodevoli, tanto da vincere per due volte consecutive il premio Oscar. In "Cast Away" si supera e mette in scena un personaggio vero e dalle molteplici sfacettature. Il culmine lo raggiunge quando si presenta a metà film con un corpo più deperito rispetto all'inizio, in cui i chili di troppo erano evidenti. Anche la pelle sembra più avvizzita, segnata dal sole e dai crucci, ricoperta da capelli selvaggi e barba incolta. Tom Hanks è proprio un tassello fondamentale che ha contribuito in larghissima misura alla riuscita della storia perché per buona parte della durata è lui l'unico e solo interprete di tutto. È costantemente sotto gli occhi della telecamera e di conseguenza dei nostri. Il suo volto viene attraversato dai sentimenti più disparati, il suo corpo cambia, si ferisce, e noi possiamo comprenderne lo strazio perché siamo in grado di empatizzare con lui al cento percento. Se l'attore fosse stato un po' più scarso, non si sarebbe colta tutta la gravità della condizione da naufrago, rappresentata con un realismo allucinante in ogni suo aspetto.
Questo è un film che narra l'odissea di un uomo in maniera del tutto cruda, priva di orpelli, che rifugge da banalità e futilità, e che non si risolve affatto in un epilogo inspido ma in maniera semplicemente perfetta.
Il protagonista è calato in un contesto degno dell'epoca preistorica ed è alle prese con le imprese più impensabili. Le sue necessità sono diventate altre: quelle di trovare riparo, di potersi riscaldare, di procacciarsi cibo, di fabbricare tutto da sé e di sfruttare al meglio gli sparuti attrezzi di fortuna che lo circondano. Ora soffre per dolori che forse prima non aveva mai conosciuto, gioisce perché riesce a succhiare una chela di granchio. Un uomo che aveva una posizione lavorativa di rilievo, appagato sentimentalmente (molto romantica la sua relazione con Kelly, interpretata da Helen Hunt), padrone del suo mondo, adesso è sperduto, lontano chissà dove, al largo dell'Oceano Pacifico, incapace di controllare le forze della natura e le debolezze del suo corpo. È doveroso concentrarsi sul lavoro fatto sulla componente psicologica di Chuck. Il suo cambiamento a livello mentale è adeguato al contesto in cui si è ritrovato suo malgrado. Non è diverso solo fisicamente e visivamente, ma anche sul piano morale ed emotivo. A un certo punto si arriva a compatirlo realmente e completamente per via del fatto che è retrocesso divenendo un uomo che, una volta solo e spogliato letteralmente di tutto ciò che un tempo faceva di lui una persona di successo, si aggrappa alle banalità che la nuova vita gli può offrire. Il suo rapporto morboso con il pallone Wilson racchiude tutto questo in maniera alquanto limpida e, in seguito, straziante. Il ritmo del film è incalzante quando è davvero necessario, ma per la stragrande maggioranza del tempo si mantiene stabile, calmo e ben focalizzato sul suo obiettivo al fine di riproporre al meglio e con naturalezza i giorni e gli anni di Chuck, sia sull'isola che non.
La panoramica della vita del protagonista è completa e si conclude quando poi si apre un'altra fase, un nuovo inizio dopo aver fatto i conti con tutto ciò che era rimasto in sospeso prima del suo terribile incidente aereo. Dopo quattro anni trascorsi su un'isola remota, sarebbe stato troppo chiedere di poter fare ritorno alla stabilità di prima. Il cambiamento ha investito le persone che lo credevano morto e, ovviamente, ha colpito lui stesso più profondamente di qualsiasi altro.
"Cast Away" racchiude un messaggio e ce lo trasmette in maniera semplice e diretta: la vita, anche in condizioni di assenza di speranza, procede, scorre e magari ci può riservare sorprese quando meno ce lo aspettiamo.
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
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trama
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ambientazione
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personaggi
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sviluppo
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adatto a tutti
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