Posti diversi e versi di poesie
Pubblicato dalla Casa Editrice Treccani è uscito in questi giorni un libro molto interessante, precisamente “Cento luoghi di-versi. Un viaggio in Italia.” di Franco Marcoaldi e Tomaso Montanari, prezzo sui 20 euro.
In poche parole. il libro è fotografia affiancata a poesia, il tutto ad accompagnare un viaggio attraverso l'Italia, utilissimo in questo periodo di lockdown a ripetizione in cui itinerari di questo genere possono essere fatti solo con l'immaginazione. E proprio in tempi come questi, ognuno di noi capisce quanto ci manca quello che abbiamo sempre dato per scontato, cioè la possibilità di viaggiare e di muoverci liberamente all'interno del nostro paese e non solo.
Da qui il titolo che affronta 100 località di particolare interesse, ed ecco il gioco di parole 100 posti diversi, ma anche di -versi con poesie ad essi riferite che ci aiutano a capirne il senso e l'atmosfera.
E tutto questo è stato possibile grazie alla collaborazione di due autori che hanno unito le loro particolari abilità: da una parte, Franco Marcoaldi, giornalista, scrittore e soprattutto poeta, dall'altra Tomaso Montanari, esperto di Storia dell'Arte Moderna.
Quindi immagini e parole affiancate a descrivere il Bel Paese, nella costruzione di un libro che non va letto e ritirato come un giallo, ma tenuto sul comodino, preso e posato, letto e riletto, sorseggiato, o meglio centellinato pagina dopo pagina nell'abbinamento magico e a volte azzardato di foto e poesia.
Come scrive Montanari nella sua introduzione, il sofà, la poltrona o il letto diventano il treno, l'auto, la bicicletta o meglio ancora il magico tappeto volante che porta il lettore qua e là per l'Italia, in un libro per orientarsi, ma anche per perdersi nell'immaginazione.
Si intrecciano allora foto di paesaggi, quadri e versi che non sembrano avere un abbinamento, ma che fanno riflettere ed effettivamente passando da questi accostamenti esce l'immagine del nostro composito Paese.
L'ospedale simbolo dei nostri giorni per esempio si abbina alle parole di Boris Pasternak, là dove scrive: “Ho preso una dose di sonnifero / e piango tormentando il fazzoletto. / O Dio, lacrime d’emozione / m’impediscono di vederti. / M’è dolce, alla luce opaca / che cade appena sul letto, / riconoscere me e la mia sorte / come un inestimabile dono. / Morendo in un letto d’ospedale, / sento il calore delle tue mani. / Mi tieni come un tuo prodotto, / e mi riponi come un anello nell’astuccio».
Un libro curioso, intelligente, coinvolgente, da leggere per riflettere e rileggere ancora.
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