City of
Quando l’ho visto per la prima volta ho provato una forte emozione, forse perché a me piacciono le storie e gli avvenimenti che sono intrisi di “fantasia” o di mistero. In un ospedale una persona sta morendo e un angelo, Seth è pronto per accogliere la sua anima. Mentre la dottoressa Maggie lo opera, cercando di salvarlo, volge quasi continuamente il suo sguardo verso una parete, e si capisce che lei in quei momenti sta vedendo qualcuno, incrocia uno sguardo che la fissa intensamente. Si tratta di un angelo che mentre aspetta l’anima del paziente, si rende conto di essere attratto dalla dottoressa della quale si innamora. Per capire meglio gli umani e provare le stesse sensazioni, decide di diventare umano lui, rinunziando alle sue ali e cioè alla sua immortalità e vivere una storia d’amore con Maggie. Nel passaggio drastico si fa aiutare da un uomo che poi riconosce per un ex collega anche lui diventato umano per amore di una donna. Anche lui un angelo caduto. Per passare da angelo ad umano vola dal ponteggio di palazzo in costruzione, Seth si ferisce, dolorante e sanguinante capisce di essere riuscito nel suo intento, è umano. Seth vive appieno la sua storia d’amore, come voleva, ma la fine è drammatica. Rimarrà solo, lei muore ma lui continua a vivere sperimentando così la sua condizione di umano. Per me è un ottimo film, ben ambientato, e suscita quel senso di mistero che la storia propone, senza cadere nel banale. suggestiva anche la musica.
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