Viaggetto su Marte? Tenetemi un posto!
Cronache Marziane di Bradbuty è un libro di racconti molto particolare, perché tutte le piccole storie che lo vanno a comporre rimangono collegate a un filone principale, e si srotolano in un arco temporale che parte dai primi approcci degli astronauti terrestri con la popolazione di Marte, fino ad arrivare alla colonizzazione e poi concludersi con l'abbandono del pianeta rosso.
L'autore sfrutta la colonizzazione di Marte come pretesto per descrivere le problematiche, le abitudini e le aspettative dell'America degli anni 50, camuffandole genialmente da cronache marziane. Marte però è uguale alla Terra, e il 1950 (data in cui è stato pubblicato il libro) è così terribilmente simile al nostro 2013 da far sgomento.
Bradbury affronta con estrema disinvoltura temi enormi: Dio, l'amore, la famiglia, il razzismo, la guerra, la solitudine, il rispetto delle civiltà e delle persone anziane, la paura del futuro, l'abbandono.
Diversi i rimandi letterari, con continue citazioni a Poe e alcune menzioni a Fahrenheit 451 (che sarà scritto dallo stesso Bradbury più in là).
Il racconto più bello? Sicuramente "La terza spedizione", perché ti spiazza a più riprese rivoltando come un calzino la tua mente. Anche "Su negli azzurri spazi" è stupendo.
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