La sopravvivenza e tutto
Dark Souls è stato un gioco brutale e impegnativo una novità in un mercato in cui si facilitava troppo l'avanzamento nei giochi. Usando le armi e le armature che puoi scavare, comprare o forgiare, la sfida è quella di avanzare a poco a poco in questo luogo maledetto e mortale, di quando in quando imbattersi in boss giganteschi che assumono un valore e una tenacia particolari da uccidere. L'obiettivo finale è quello di renderlo vivo, ma ci sono circa 50-60 ore di crudeltà creativa tra te e quell'obiettivo. Morirai, molto. Morirai sulla punta di una spada, sul bordo di un'ascia, schiacciato da un masso, impalato sulle zanne; sarai avvelenato, mangiato, pugnalato, assassinato e spinto via dalle rocce. La morte è tutto in Dark Souls. È educazione, è progresso, è il ricorrente motivo stilistico e tematico che attraversa tutti i suoi ambienti spettacolarmente variegati, decadenti e depravati. La prima cosa che devi capire su questo gioco è che la sopravvivenza è di per sé un risultato straordinario. Può essere punitivo, crudele, sadico e intransigente. Può anche essere la più pura e più eccitante scarica di adrenalina nei giochi: può prendere il sopravvento sulla tua vita e premiarti come nessun altro può. Proprio perché le tue possibilità di successo sono così sottili, ogni vittoria sembra monumentale.
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