Non il solito King
Un racconto edificante di King - con poco orrore ma con un bell'elemento soprannaturale.
Insolito è trovarsi tra le mani un libro di Stephen King che conti meno di Duecento pagine, la lettura di questa breve storia scorre veloce, merito evidente della penna di esperienza che l’ha scritta.
A metà tra libro e racconto breve narra la singolare vicenda di Scott Carey, che si ritrova a perdere inspiegabilmente peso senza che la sua struttura fisica cambi, come se la gravità terrestre stesse scrivendo per lui un brano a parte.
La particolare e, potremmo definire, terminale situazione del protagonista lo porta a vedere le persone sotto una luce diversa, come se la sua anima stesse diventando più leggera man mano che perde peso e si liberasse gradualmente anche dalle sovrastrutture sociali. La sua diventa quasi una missione a tempo e, man mano che progredisce nel rapporto con due donne palesemente discriminate dalla piccola cittadina che le ospita, affronta in modo intelligente il tema dell’omosessualità riuscendo a farci guardare con i suoi occhi oltre le apparenze, varcando addirittura le alte mura difensive di chi si trova dall'altra parte della barricata.
Forse non sarà il libro migliore di King, ma merita comunque di essere letto per quanto in poche pagine riesca a dare una visione a 360 gradi dei rapporti umani e dei preconcetti della collettività, fatti di pregiudizi che ci legano impedendoci di apprezzare, senza un approfondimento, l’anima delle persone che ci circondano riducendo il tutto alle preferenze sessuali, che alla fine sono solo una piccola porzione della vita.
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