Opinione su Enrico Chiesa: Attaccante di razza

Attaccante di razza

30/01/2017

Vantaggi

Attaccante completo. Grande fiuto del gol.

Svantaggi

Ha vinto poco.


Nei giorni in cui sta sbocciando il fulgido talento di Federico Chiesa, promettentissimo attaccante esterno in forza alla Fiorentina, ritengo sia giusto spendere qualche parola per il genitore di tale talentuoso virgulto.
Stiamo parlando di Enrico Chiesa, messosi in luce negli anni Novanta come uno degli attaccanti più validi del panoramam nazionale.
Nato a Genova, è cresciuto calcisticamente nella sua città, indossando i colori blucerchiati della Sampdoria.
Dopo una prima fase di apprendistato in realtà minori, si mette in mostra in serie B con la maglia del Modena nel 1993.
Realizza 14 reti e si propone per la sua prima esperienza da protagonista in serie A.
Ad offrirgli tale possibilità è la Cremonese,
Il ventiquattrenne attaccante ripaga la fiducia con un grande campionato, confermando le 14 reti messe a segno l'anno precedente nel campionato cadetto.
La Sampdoria, in ragione di tale exploit, decide di affidargli il proprio reparto offensivo.
Enrico non si fa sfuggire l'occasione e conclude un campionato spettacolare con 22 segnature all'attivo.
Si guadagna la Nazionale e la partecipazione agli Europei del 1996, bagnati con un gol nella sfortunata partita persa con la Repubblica ceca.
Ormai è lanciatissimo e il ricco Parma di Tanzi lo mette nel mirino.
Alla Sampdoria vanno 25 miliardi e Chiesa va comporre un attacco da sogno al fianco del centravanti argentino Hernan Crespo.
In Emilia rimane tre stagioni, confermandosi attaccante continuo e concreto, anche se non raggiunge gli standard raggiunti con la Sampdoria.
Con il club parmense vince una Coppa Italia e Coppa UEFA, laureandosi anche capocannoniere di quest'ultimo torneo con 9 reti.
In cerca di nuove esperienze, approda alla Fiorentina.
Dopo Mancini e Crespo, trova un altro fenomeno in attacco, ovvero Omar Gabriel Bastistuta.
Enrico non si lascia intimorire e a Firenze si esprime al meglio.
Nella sua seconda stagione in maglia gigliata torna a segnare 22 reti e vince la sua seconda Coppa Italia.
Rimane a Firenze ancora un anno per poi trasferirsi alla Lazio.
In terra romana raccoglie solo delusioni e dopo appena una stagione e il misero bottino di due reti in appena 12 presenze, ormai trentatreenne, decide di spendere gli ultimi spiccioli di carriera in provincia.
Approda al Siena, dove si impone come idolo, vive le prime tre stagioni ad altissimo livello e rimane per cinque anni.
L'esperienza senese è l'ultima ad alto livello, chiudendo il bilancio di marcature realizzate in serie A con un bottino ragguardevole di 138 reti.
Attestazione evidente del talento dell'attaccante genovese.
Trascorre le ultime annate da calciatore nelle serie minori indossando la casacca del Figline.
Venendo all'aspetto tecnico, Enrico Chiesa era un attaccante completo.
Calciava benissimo con entrambi i piedi, aveva una rapidità di esecuzione invidiabile e risultava un ottimo esecutore di calci piazzati.
Poteva giocare indifferentemente sia come prima che come seconda punta.
Si è trovato anche a giocare come esterno, a riprova della poliedricità del suo bagaglio tecnico e della spiccata intelligenza tattica.
Spesso oscurato da compagni di reparto ingombranti (Crespo e Batistuta) ha raccolto molto meno di quanto meritasse.
Alla fine non ha mai vinto un campionato e i suoi gettoni in Nazionale sono stati appena 17, anche se arricchiti da ben 7 segnature e dalla partecipazione ad un Europeo (1996) e ad un Mondiale (1998)
Magari, per un fenomeno di nemesi storica, il suo talentuoso figlio potrebbe riscattare questa amara considerazione e riscattare il bilancio dei trofei in bacheca della famiglia.
Al futuro l'imponderabile responso.




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  • briciola
    opinione inserita da briciola il 31/01/2017
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    veloce, guizzante, tiro preciso, serio, posato
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