Opinione su Esselunga: E io che pensavo che la schiavitù fosse stata abolita!

E io che pensavo che la schiavitù fosse stata abolita!

06/10/2020

Vantaggi

i Capi urlano e bestemmiano per gran parte della giornata, ma non hanno ancora una frusta in dotazione da utilizzare contro i dipendenti. Per il momento

Svantaggi

Nessun rispetto della dignità del lavoratore. In Esselunga la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani non sanno nemmeno cosa sia. Sembra di essere tornati al Medioevo.


L'esperienza lavorativa peggiore della mia vita!
2 macroproblematiche su tutte: 1) ritmi lavorativi forsennati; 2) rispetto della dignità del lavoratore in quanto essere umano inesistente. Da evitare come la peste bubbonica, soprattutto il percorso CDN, se non volete avere un esaurimento nervoso.
Ai CDN (Carriera Direttiva di Negozio), solitamente giovani di belle speranze con una laurea o con importanti esperienze lavorative passate, viene richiesto di dare l'anima. Sia come ammontare di ore settimanali (una media di 52 ore a settimana con picchi di 57 ore), sia in termini di intensità di lavoro. Il CDN, a differenza di ció che si potrebbe pensare, non è uno scaffalista/ magazziniere con piccoli ruoli di responsabilità via via crescenti. Questo è quello che vi faranno credere ai colloqui. Il CDN deve essere un ATLETA OLIMPIONICO, al quale non è richiesto semplicemente di lavorare ed espletare le proprie mansioni... No. Ai CDN/ ATLETI OLIMPIONICI è richiesto ogni giorno di "performare", di correre per 10 ore al giorno come dei pazzi, di migliorare ogni giorno le proprie prestazioni e i propri tempi nell'espletamento di ogni mansione assegnata, neanche fossero dei nuotatori o dei piloti di Formula 1 che tentano ogni giorno di abbattare il proprio record personale. TI CRONOMETRANO. Non con un vero cronometro, ovviamente, ma guardano ossessivamente l'orologio quando inizi a svolgere una mansione e ti rinfacceranno sempre e comunque che ci hai messo troppo. Ogni cosa che fai non va mai bene. E questo 99 volte su 100 in modo deliberato. Si lamentano a prescindere, sempre e comunque, perché (evidentemente) qualche psicologo al dipartimento delle Risorse Umane ha elaborato la teoria secondo la quale urlare e mostrarsi sempre non soddisfatti dell'operato dei propri dipendenti sia l'unico modo utile a spronarli a dare il meglio. Teoria che potrebbe essere valida con delle bestie da soma. È come se a un maratoneta che deve correre su un tracciato di 100 Km, si chiedesse di farlo con la velocità e l'intensità di un centometrista. Questo è ció che pretendono ogni giorno. Onestà, correttezza, costanza, precisione e puntualità non bastano. Bisogna correre come pazzi e "tornare a casa che non senti piú i muscoli" (citando una frase del mio caporeparto). Ti rendi conto a cosa stai andando incontro quando fai le visite mediche: sembrano le visite mediche che fanno agli astronauti prima di andare sulla Luna. E invece sei solo un semplice operaio di un supermercato. Se non sei disposto a spaccarti la schiena e a farti uscire un paio di ernie, non vai bene, non hai grinta, non sei "allineato" col sistema. Queste, in breve, sono le assurdità riguardanti la performance "fisica" in quest'azienda. Anche se ci sarebbe molto altro da dire e molte "perle" da citare.
Passiamo alla parte "psicologica", che è ancora piú inquietante, per non dire raccapricciante.
Innanzitutto, in quest'azienda non è permesso parlare con i colleghi. Non è uno scherzo o un'esagerazione. Parlare con il collega che lavora a un metro da te nella stessa corsia, pur continuando a "muovere le mani", viene visto dai grandi capi come una perdita di efficienza e un allungamento delle tempistiche (dalle quali tutti sono costantemente ossessionati). Il divieto di parlare non è una cosa ufficiale ovviamente, ma vi posso assicurare che ci sono capireparto che vi bestemmieranno contro se vi vedranno proferir parola o farvi una risata mentre lavorate. Loro vogliono solo vedere la concentrazione e l'ansia nei vostri occhi. Se non siete in ansia, pensano automaticamente che sei un menefreghista e un fannullone.
La loro cultura o pseudo-cultura aziendale è improntata su un sistema militare, sulla logica del pensiero collettivo e, in ultima analisi, sulla cultura del sospetto. Se una persona è gerarchicamente superiore di te, puó permettersi di farti di tutto e non è contemplato alcun diritto di replica: né per giustificarti o proporre punti di vista diversi, né tantomeno per contestare (civilmente) le sue parole. Se lo fai, o se non rispondi come loro vorrebbero è la tua fine. Se non ti pieghi ai loro frequenti tentativi di umiliazione, vieni etichettato come "ribelle" o "non umile" o, meglio ancora, "non permeabile ai diktat dei capi". Basta anche un solo episodio o una singola insignificante discussione a farti passare nella lista nera. Cominciano il mobbing sfrenato, i dispetti subdoli, gli orari assurdi e le giornate in cassa (che è vista come la punizione suprema). È un sistema collaudato che si basa sulla paura di subire ritorsioni. Sei apprezzato solo se sai ingoiare merda e sorridere anche di fronte alle piú palesi ingiustizie. I colleghi che sono lí da piú tempo si sono rassegnati ormai da tempo e vanno a lavoro con una frustrazione cronica e con il terrore di subire vessazioni al primo passo falso. Altri invece si sono addirittura convertiti al "credo" dell'Esselunga e sono diventati loro stessi dei piccoli Kapó che non vedono l'ora di scaricare le loro frustrazioni su quelli piú in basso, a cascata. Inquietante. O fai parte della "Setta" o vieni emarginato. In sostanza, ti viene richiesto un allineamento mentale al credo aziendale, neanche fosse una religione dogmatica. Se si accorgono che non sei "allineato" e non marci come un soldatino lobotomizzato, non vai bene. Sei un ingranaggio guasto al quale va rifatto il lavaggio del cervello con piú veemenza.

Consiglio: se siete persone intelligenti, con una mente strutturata e uno spirito individualista, state alla larga dall'Esselunga. Perché quello che cercano di fare dal primo giorno è cambiare il vostro comportamento, il vostro modo di essere, ri-educarvi come se foste bambini di 3 anni che vanno a scuola per la prima volta. Se invece siete dei disperati, disposti a sopportare legnate sui denti, a subire urla e bestemmie tutti i giorni per uno stipendio che non è neanche tutto sto granché, allora l'Esselunga potrebbe fare al caso vostro. Lo stipendio è basso se si considerano le 40 ore base a settimana senza festivi. Poi è chiaro che se ti ammazzi di lavoro tra straordinari (anche a 17 ore di straordinario settimanali si puó arrivare), festivi e notturni, lo stipendio sale. Ma è una cifra meramente illusoria e non proporzionata al tempo, alle energie e alla salute mentale (e fisica) buttati per quest'azienda. Non a caso, tutte le figure che ricoprono ruoli apicali sono persone senza figli, senza una vita privata consolidata, semplicemente perché la loro vita è stata sempre dedicata all'Esselunga. Loro scelgono a chi far fare carriera anche in base a questo. Naturalmente non è una procedura scritta nero su bianco, ma è un dato di fatto.
Questo è quanto. Al giorno d'oggi esistono ancora aziende che massacrano fisicamente e psicologicamente i propri dipendenti, per far in modo che emergano solo quelli piú disperati e asserviti alle loro folli regole. Forti del fatto che "tanto in Italia non c'è lavoro, quindi o questo o niente". Ma fortunatamente si sbagliano, perché nel nostro Paese il lavoro c'è se lo si sa cercare e non tutte le aziende fanno cosí schifo. L'Esselunga, invece, si basa su un sistema marcio che si perpetua negli anni e che sembra uscito da un romanzo distopico di George Orwell.
Lo slogan di quest'azienda per il cliente è: "Esselunga, piú la conosci e piú ti innammori". Ma lo slogan per il dipendente dovrebbe essere: "Esselunga, che Dio ce ne scampi e liberi!"

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