Dal futuro al passato
Vantaggi
buona narrazione
Uno sceneggiatore che si prende libertà eccessive è sempre fastidioso. Non c'è nessuno con cui giocare quando, oltre a inventare le regole, prende il tappetino quando perde. Tuttavia, in "Frequenza", è essenziale lasciare che Toby Emmerich lo faccia perché, poiché dopo 30 minuti termina la presunta trama del film, è già chiaro che non ci sono limiti alla sua proposta, che la sua cosa non è un viaggio, ma un labirinto nel tempo. Dopotutto, il regista Gregory Hoblit si è già mostrato simile alle truffe degli argomenti in "I due volti della verità" e "Fallen". Qui l'ingenua e meravigliosa tradizione dei ritorni al futuro di HG Wells si unisce alla necessità di mostrare in grande. Pirouette non è per il timo: Ciò che inizia come un dramma paterno-filiale diventa un thriller governato da una legge dello spazio e del tempo che viene inventata al volo. Perché la cosa più interessante di Frequenza è che entrambe le volte, passato e presente, si verificano contemporaneamente e l'una influenza l'altra. Sarebbe più semplice se solo il giovane orfano potesse salvare suo padre, un pompiere ucciso in un incendio da bambino. Ma Emmerich e Hoblit mostrano un'abbondante immaginazione per creare una storia ancora più difficile in cui lo spettatore è intrappolato, giocando un capogiro vertiginoso, lasciandosi trasportare dalle conseguenze intoccabili di ogni evento sconvolto. Il puzzle è imbroglione, ovviamente. "Frequenza" non ha il rigore della messa in scena di "soliti sospetti" o di quel "ricordo" ne parleremo molto presto. Ma è un cruciverba stimolante pieno di definizioni sorprendenti e risposte stimolanti. >> Per i fan della fantasia sentimentale. Il meglio: la semplicità del fenomeno: una vecchia radio e un'aurora boreale. Il peggio: l'epilogo addolcito e inutile.
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