Un libro che non è stato per nulla noioso
Questo romanzo racconta la storia di Frieda von Richthofen, la donna che ha ispirato D. H. Lawrence ne "l'amante di Lady Chatterly". Siamo all'inizio del Novecento, Frieda è sposata con Ernest e si è trasferita a vivere dalla Germania in Inghilterra e ha avuto tre figli, Monty, Elsa e Barby. Durante un viaggio a Monaco, viene a contatto con le idee rivoluzionarie sull'amore libero e la psicoanalisi e si rende conto di aver vissuto fino a quel momento sotto ad una campana di vetro e di non essere mai stata veramente libera. Diventata l'amante di Otto Gross, Frieda si rende conto di essere non solo una bella donna ma anche di essere intelligente ed avere delle potenzialità. Frieda rientra a casa solo per amore dei figli, ma è consapevole di non credere più nel rapporto monogamico e, dunque, nel matrimonio con Ernest. Dopo vari amanti e aver mantenuto un matrimonio di facciata, quando incontra Lawrence se ne innamora perdutamente. Per lui, Frieda si mette in gioco completamente, anche se si tratta di un amore ossessivo, a volte violento e, dunque, malato, arrivando a pagare un prezzo altissimo: i suoi figli. Infatti, secondo le leggi dell'epoca, quando una donna divorziava incolpata di adulterio, veniva privata della responsabilità genitoriale nei confronti dei figli. Frieda, tuttavia, lotterà con tutte le sue forze per riaverli con sé. Frieda è il simbolo dell'emancipazione femminile, è una donna che ha il coraggio di alzare la testa ed farsi sentire dalla società maschilista del tempo, andando sempre avanti per la sua strada e i suoi ideali. Il racconto si sviluppa dall'inizio del Novecento fino al 1927, ciascun capitolo narra la storia dal punto di vista di un personaggio (Frieda, Ernest, Monty e Barby). Il linguaggio è fluente e semplice. I dialoghi sono ben strutturati, un libro che non è stato per nulla noioso. Ci si può innamorare a prima vista di un libro? Nel mio caso è successo proprio così. Molto bello.
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