Opinione su Gianluca Vialli: Attaccante completo e spettacolare
Attaccante completo e spettacolare
03/02/2017
Vantaggi
Attaccante di razza, potente e veloce.
Svantaggi
Ha subito non poche critiche in carriera.
Nato come attaccante esterno, si è trasformato progressivamente in un attaccante capace di svariare sull'intero fronte offensivo, ricoprendo tutte le posizioni d'attacco, compreso quella centravanti.
Cresciuto calcisticamente nella sua Cremonese, comincia la sua cavalcata vincente proprio con questa maglia prima di approdare alla Sampdoria.
A Genova incontra quello che diventerà per otto stagioni il suo gemello del gol, ovvero l'estroso e super talentuoso Roberto Mancini.
I due si completano magnificamente.
Gianluca è è veloce e potente, con un fiuto del gol straordinario.
Roberto è tecnicamente dotatissimo e riesce a imbeccare con assist d'oro il suo amico e compagno di reparto.
Insieme scrivono la pagina più gloriosa della storia della Sampdoria.
Nelle otto annate blucerchiate vince lo Scudetto (primo e unico nella storia sampdoriana), 4 Coppe Italia e una Coppa delle Coppe.
Raggiunge anche la finale della Coppa dei Campioni, persa poi immeritatamente con Il Barcellona nel 1992, anno in cui si interrompe anche la sua carriera a Genova.
La Juventus, tra calciatori e denaro, investe 30 miliardi per portarlo a Torino.
Il club piemontese vuole tornare ad essere grande e individua in Vialli il perfetto completamento di un tridente composto anche dal generoso Fabrizio Ravanelli e dal "divin codino" Roberto Baggio.
Rimane quattro anni con la Juventus e rimpingua notevolmente il suo palmares.
Arrivano Scudetto, Coppa UEFA e, soprattutto, Champions League nel 1996.
Non mancano, però, momenti difficili ed aspre critiche.
Nel 1993, infatti, subisce un brutto infortunio.
Quando rientra abile e arruolabile, evidenzia una muscolatura da body builder che suscita un vespaio di polemiche, basate sull'ipotesi più che concrete di doping.
Gianluca, a conferma di un carattere granitico, continua a segnare e a vincere, fin quando decide di affrontare una nuova avventura, non solo di natura calcistica.
Vola in Inghilterra, alla corte del Chelsea, non ancora divenuto uno dei più importanti club britannici.
In terra britannica vive tre stagioni ricche di soddisfazioni, vincendo Coppa d'Inghilterra e la sua seconda Coppa delle Coppe.
Comincia a muovere anche i primi passi da allenatore.
Addirittura nell'ultimo anno londinese svolge il ruolo di calciatore-allenatore, dovendo sostituire l'esonerato amico Ruud Gullit.
Chiude con i "blues" una carriera da calciatore costellata di successi, ma dove non sono mancate anche indigeste amarezze, per continuare quella da allenatore.
In questa veste, dopo i primi successi, ha conosciuto diverse battute d'arresto, fino a virare spesso per partecipazioni da commentatore televisivo, sia in Inghilterra che in Italia.
Veniamo al capitolo Nazionale.
Con la maglia azzurra, gioca due Mondiali nel 1986 e nel 1990.
In particolare, in quest'ultima edizione, disputata in casa, sfiora il titolo mondiale, perdendo ai rigori la semifinale con l'Argentina guida da Maradona.
Tra l'altro vive questa manifestazione non al meglio e senza mettere a segno nemmeno una rete.
Di fatto, pur collezionando 59 gettoni di presenza con 16 segnature realizzate, non è riuscito mai ad essere decisivo nelle competizioni importanti.
Il suo bilancio finale da calciatore è più che lusinghiero.
Ha giocato ben 700 gare da professionista, segnando la bellezza di 286.
Un pedigree da attaccante di razza, che viene ricordato ancora con enorme affetto e stima dai tifosi che l'hanno visto protagonista nello loro squadre del cuore, ma anche dagli amanti del calcio che ne hanno potuto apprezzare le prestazioni.
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
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velocità
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dribbling
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tiro
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difesa
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tattica
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