profondo trattato di linguistica
AVVERTENZA:
questo libro è un testo capitale che si è ben guadagnato l'adozione in quasi tutte le università del nostro paese come monografia per gli insegnamenti di linguisticastorica/glottologia, ma, per il gergo tecnico ed il massiccio utilizzo dei simboli dell'alfabeto fonetico, nonché di alfabeti non latini nella trascrizione di parole; necessita una corposa preparazione in materia di fonetica per poter essere letto e compreso. Sebbene l'autore sembri presentarlo come libro PER TUTTI, in realtà poi si fa prendere la mano e scrive un volume adatto unicamente agli iniziati agli studi glottologici (non fosse che per l'insistenza sulle etimologie ed i trapassi da una lingua all'altra presentati in una maniera che la fa apparire un lunghissimo e non poco ostico elenco al lettore comune)
l'autore è (o forse era) professore all'Università di Salamanca e questo libro
Gli indoeuropei e le origini dell'Europa
è la traduzione di una sua vasta opera più di 680 pagine! originariamente uscita chi dice nel 1995, chi dice nel 1991, ma che in Italia a cominciato a circolare dal 1998
potete ascoltare la viva voce del professor Villar in questa intervista: (dopo la presentazione abbastanza lunga dell'intervistatore) in cui parla proprio di questo suo lavoro:
http://www.ivoox.com/indoeuropeos-euskera-francisco-villar-audios-mp3_rf_2560870_1.html
è una trattazione dedicata principalmente a illustrare le ricerche sull'indoeuropeo e la sua preistoria attendibilmente ricostruibile per mezzo di testimonianze indirette (non esistendo la scrittura in epoca preistorica) vale a dire attraverso i nomi dei luoghi (toponimi), i nomi dei popoli (gli antroponimi), i sistemi di numerazione ecc... che sarebbe appassionante se non fosse condotta costringendo quasi sempre il lettore ad avere presente molte nozioni diverse di scienze glottologiche per seguire l'esposizione
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CONFEZIONE DEL VOLUME (FATTURA MATERIALE)
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per il suo prezzo di copertina (14 euro) e il tipo di rilegatura (copertina morbida, non cartonata rigida); la fattura materiale del libro è superlativa:
la carta è avoriata e ruvidina e spessa (facile da sfogliare per l'aderenza ai polpastrelli data la sua rugosità; e riposante per gli occhi - vedi foto - ); è una qualità che ci si aspetterebbe in una edizione ben più costosa!
la rilegatura è in brossura incollata, non fresata sul dorso, ma arrangiata in 21 segnature di trentaduesimi che danno 672 pagine (seguita da ulteriori pagine a completare il volume accavallate all'ultima segnatura di trentaduesimi); scelta saggia e previdente nonché di grande qualità e che consente di aprire il volume senza spaccarlo a metà o causare la separazione delle pagine dalla rilegatura incollata sul dorso come avviene coi libri voluminosi non arrangiati in segnature. È un tipo di rilegatura assai duratura e serrata, dura a cedere
il formato del libro è 13,5x21 con una profondità (larghezza del dorso) di 3,8 cm circa (si tratta di un volume ponderoso!)
la tipografia del testo presenta diverse legature, sicuramente le legature standard fi e ff e ffi (ve ne accorgete dalla mancanza dell'antiestetico pallino della i, infatti le legature rendono sia più bello sia più leggibile un testo); probabilmente è usata anche la legatura fl (ma potrebbe essere l'effetto del disegno del carattere); anche qui si nota una grande cura redazionale nella realizzazione dell'opera; l'inchiostratura è netta e senza sbavature; è un lavoro egregio anche da questo punto di vista
il mio giudizio finale è che questo volume avrebbe potuto essere un bestseller popolarissimo tra il vasto pubblico al di fuori della cerchia degli studiosi e degli studenti se concepito in forma più divulgativa. Purtroppo l'autore si è fatto prendere la mano dall'aspetto cattedratico del lavoro ed ha prodotto un'opera fruibile in toto solo agli iniziati alla fonetica. Esso è comunque un testo fondamentale per gli studi di linguistica storica e più nello specifico per le ricerche sulla antica lingua indoeuropea e i suoi tentativi di ricostruzione
infatti viene a tutt'oggi utilizzato (ottimamente ed a ragion veduta) come indispensabile manuale per i corsi di glottologia per la parte di linguistica storica di quasi tutte le università Italiane
CURIOSITÀ: nel capitolo in cui discetta della protoindoeuropea CULTURA DEI TUMULI (KURGAN in Russo) e delle ricerche in merito di Marija Gimbutas, Villar omette il nome lituano dei KURGAN; poco male, Prosper Mérimée nel suo racconto LOKIS, ci insegna che i KURGAN sono chiamati KAPAS in quella lingua. LOKIS tra l'altro è ricco di curiosità glottologiche di slavo ed è una lettura che ben può accompagnare questo monumentale saggio
il rapporto prezzo qualità è ottimo; sono pochi i libri così ben confezionati sia nel contenuto che nella realizzazione materiale
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