Opinione su Green Book: Green Book: una storia vera molto gradevole

Green Book: una storia vera molto gradevole

13/02/2019

Vantaggi

piacevole, musica, lotto alla discriminazione che ancora oggi è più che mai attuale

Svantaggi

nessuno


Green Book è un film che si basa su una storia realmente accaduta, che si svolge in America nei primi anni '60.
E' una storia di diverse culture che si incontrano, dell'unione che ha generato il popolo americano, prima fortemente diviso dalle diversità razziali.
Il racconto è però leggero e spensierato nonostante le tematiche affrontate, perché il fulcro principale è l'amicizia.
Il concetto è quello fondamentale che quando si incontra e conosce davvero l'altro, il diverso, le differenze, razziali in questo caso, svaniscono nel nulla.
Le due minoranze che si incontrano sono quella italo-americana di New York, e quella nera.
Tony il protagonista italo-americano per un paio di mesi ha bisogno di un lavoro in attesa che il locale dove lavora venga ristrutturato, così risponde ad un colloquio per fare da autista ad un eccezionale pianista afroamericano, di nome Don Shirley.
Don Shirley è un tipo molto raffinato e colto, con un grande talento, Tony è il classico rozzo, simpatico, con una buona parlantina, che sa gestire ogni situazione.
I due dovranno viaggiare per le tappe del tour nel profondo Sud, dove all'epoca le leggi razziali erano ferree, tanto che il titolo del film Green Book si rifà proprio ad un libro verde dove erano segnati alberghi e ristoranti dove era permesso ai neri di entrare.
Anche Tony inizialmente guardava gli afroamericani come diversi, ma da subito durante il viaggio instaura un rapporto, specie quando lo sente suonare la prima volta, ne rimane da subito incantato.
Man mano che il viaggio si protrae sempre più negli Stati del Sud, iniziano a venir fuori i contrasti dei bianchi verso i neri.
Spesso i concerti si svolgevano nelle lussuose abitazioni dei bianchi americani, oltre che nei teatri, e da subito emerge il contrasto tra l'accogliere di Don Shirley come musicista, e come uomo. Era apprezzato al piano, ma non appena smetteva i panni di musicista, veniva trattato come ogni nero del sud. Gli veniva vietato di utilizzare i bagni, invitandolo ad usare quelli in giardino della servitù, non poteva alloggiare negli stessi alberghi dei bianchi, e non poteva mangiare nei ristoranti.
Tony ad un componente del trio che accompagnava Don Shirley chiede perché accetta tutto questo viaggiando nel sud, e la risposta alla fine del viaggio fu "Che voleva cambiare le cose".
Don Shirley sembra accettare passivamente ogni vessazione, il tutto perché crede che non è con la violenza che si risolvono le cose. Subisce di tutto, ingiustizie, ipocrisie, violenze, ma non si ferma e non si piega mai allo stesso comportamento. Tony lo difenderà sempre, e lo aiuterà ad uscire da ogni situazione difficile.
Don Shirley stesso è a sentirsi diverso da chiunque, la sua musica, classica, lo porta ad essere distante dalla sua gente che suona il blues e il rock, e non può integrarsi con la popolazione bianca che lo reputa alla stregua di una bestia. E per di più è omosessuale, per cui vive la sua vita affettiva in completa solitudine, non potendo vivere un amore alla luce del sole.
La tappa finale è la più esplicativa sul trattamento dei neri, nei lussuosi hotel potevano sì suonare la musica tanto apprezzata dai ricchi, ma gli venne vietato di cenare assieme a Tony e ai componenti del trio che erano bianchi. E' qui l'assurdità del razzismo, considerare un uomo non un uomo perché nero. Vietare ad una persona di cenare in un ristorante come se fosse un animale che non può sedere in mezzo agli altri. E qui Don Shirley reagisce, ma a suo modo, si rifiuta di suonare se non lo lasciano entrare in sala e cenare con i suoi amici. E questa scelta era molto significativa, perché se avesse saltato una data non avrebbe ricevuto il compenso per quella esibizione da parte dell'etichetta discografica. Non lo lasciano entrare nel ristorante, Tony prova a convincere il caposala, ma è irremovibile, un nero non poteva mangiare con gli altri ospiti. Don Shirley lascia la decisione al suo amico Tony, e i due decidono di andare via.
Tornano a New York giusto in tempo per la cena di Natale, dapprima Don Shirley non accetta l'invito a passare la serata in famiglia con lui, se ne torna nella sua solitudine nel suo appartamento. Poi capisce che non necessariamente deve accettare questo abbandono che si è autoimposto, si presenta così alla porta di Tony, e viene accolto con un caloroso abbraccio da tutta la sua famiglia.

Nonostante il tema razziale la nota leggera è pur sempre predominante, grazie all'amicizia tra i due, e le scene create tra i due. E' piacevole il tema del viaggio in auto, è piacevole la musica di sottofondo, ed è piacevole la lotta senza violenza alla discriminazione.

Un film davvero gradevole, che dura poco più di 2 ore, ma che scorrono molto velocemente.



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eidos81

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