Storia islandese
Vantaggi
storia interessante e coinvolgente
Ho letto con estremo interesse il libro “Ho fatto entrare la tempesta” della scrittrice Hannah Kent in quanto univa due cose per me importanti, da una parte l'ambientazione in Islanda, un paese che sento vicino e che ho visitato parecchie volte, dall'altra il desiderio di conoscere scrittori australiani visto il mio prossimo viaggio. Il titolo originale Burial Rites, Riti di sepoltura, è decisamente più consono e più chiaro in quanto si riferisce al nucleo della storia, l'accompagnare cioè la protagonista Agnes Magnusdottir verso la morte. La scrittrice, come ha lei stessa ha raccontato, si è avvicinata alla storia durante un suo soggiorno di studio in Islanda, in quanto quella di Agnes è una storia vera, per la precisione la storia dell'ultima condannata a morte del Paese, condanna eseguita nel 1830. Nelle pagine si alterna un racconto in I persona di Agnes stessa che pensa a quanto le è successo e una storia in III persona in cui si presenta all'esterno quanto si sa di lei. Agnes condannata a morte per decapitazione viene ospitata nella casa di un funzionario locale e vive i suoi ultimi mesi tra gli incontri col giovane pastore di cui ha chiesto il conforto, il lavoro nella fattoria e la vicinanza con la famiglia che la ospita e che alla fine apprezza le sue qualità. L'analisi psicologica è profonda, l'ambientazione con la descrizione del paesaggio e della fattoria è minuziosa e sembra davvero di essere là sulla scogliera islandese con la bufera che infuria, oppure chiusi nella stanza centrale delle fattorie col camino acceso, il profumo-odore della torba, tutti insieme a lavorare e parlare. Un libro da leggere pensando magari ad un viaggio in Islanda per vedere i paesi descritti e provare emozioni indescrivibili.
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
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