Opinione su Il bambino con il pigiama a righe: La versione cinematografica

La versione cinematografica

19/02/2017

Vantaggi

commovente e reale

Svantaggi

nessuno


Insieme al libro, in un unico cofanetto, ho avuto in prestito da una collega “Il bambino con il pigiama a righe”, venduto in un'unica soluzione edita dalla Rizzoli.
La storia è sempre quella di Bruno, figlio di un ufficiale nazista, incaricato di comandare i soldati addetti al campo di concentramento di Auschwitz.
Siamo nel 1942, durante la seconda guerra mondiale.
Bruno e la sua famiglia lasciano Berlino per trasferirsi in Polonia in una nuova tetra casa, posta proprio vicino al lager, di cui però egli non è al corrente. Dalla finestra della sua stanza però riesce a vedere che, non lontano da lì, vivono altre persone, adulti e bambini, che indossano unicamente lo stesso tipo di abiti: un pigiama a righe bianche e nere. Sono strani, questo lo nota subito, ma chissà perché.
In questo nuovo posto Bruno non ha più amici e si sente solo. Ha solo una sorella, Gretel, che è più grande di lui di qualche anno e con cui non va d'accordo. Inoltre, i genitori restringono moltissimo il campo in cui lui può giocare, ma, nonostante i suoi 8 anni, Bruno ha uno spirito da esploratore, che lo porterà a sgattaiolare via dalla sorveglianza degli adulti per correre nei boschi e raggiungere quel luogo strano circondato da una rete metallica composta da filo spinato. E lì, proprio durante una delle sue perlustrazioni, trova un bambino con la testa completamente rasata vestito dall'ormai famoso pigiama a righe. È Shmuel, un bambino ebreo prigioniero del lager con cui Bruno stringerà una profonda amicizia, fino al tragico epilogo.

Il libro era stato scritto da John Boyne da cui, nel 2008 il regista Mark Herman trasse un film molto fedele al soggetto originale, pur con qualche piccolo ritocco, che, secondo me, è azzeccato.
Il film ha reso, infatti, molto bene l'idea dell'Olocausto, della guerra nelle immagini iniziali ambientate a Berlino, dove si vedono caricare gli Ebrei sulle camionette militari, destinate ai campi di concentramento. Ma, nonostante ciò, si nota l'innocenza dell'infanzia di Bruno e dei suoi compagni, i quali, usciti da scuola, non fanno troppo caso a certe scene: corrono invece spensierati sfidandosi per divertimento, così come si nota la tristezza di Shmuel, da dietro la rete di filo spinato.
Le scene iniziali si sono svolte a Budapest, in Ungheria, città che il regista aveva scelto, spiega nei commenti aggiunti, perché antica e moderna allo stesso tempo e molto somigliante alla Berlino degli anni '40 e perché in quella nazione c'era già un set pronto, ricostruito come un lager.
Nel DVD sono contenute le scene tagliate, il commento del regista, degli attori e dello scrittore, più il making off del film.

La visione del “Bambino con il pigiama a righe” non sconvolge chi lo vede, perché non contiene scene cruente o violente. Anzi, si avverte l'infanzia dei due bambini, con una curiosità, da parte di Bruno, di capire cosa c'era di così diverso tra lui, tedesco, e il suo amico ebreo; mentre in Shmuel c'è già l'amara consapevolezza della crudeltà e dell'ingiustizia dei soldati tedeschi e degli adulti, in genere.

Ho sentito alcuni bambini di 10 anni parlare di questo film, dopo la visione: sono stati tutti molto toccati dalla vicenda e perfino increduli di fronte a tanta crudeltà, ma sensibilizzati molto più che da certe superficiali visioni di programmi odierni adatti alla loro età. “Il bambino con il pigiama a righe” è, infatti, un film adatto a tutti, in particolare, a partire dai 10-11 anni di età, perché più comprensibile dai bambini più maturi, proprio come il libro, nato per la stessa fascia d'età.

Buona visione a tutti!


PS: ho inserito la foto del cofanetto della Rizzoli uguale a quello che ho avuto io, contenente entrambi libro e film.

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merlina

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    60%
    E' un film da non perdere
    nessuno