Opinione su Il cacciatore di giganti: Sì e no
Sì e no
13/03/2019
Vantaggi
Atmosfera, effetti
Svantaggi
Trama e personaggi banali
Si tratta di uno dei vari adattamenti della storia di Jack e il fagiolo magico, girato quasi tutto nel passato e perciò di sapore medieval fantasy, con solo un riferimento ai tempi moderni sul finale. Il regista è Bryan Singer (X-men) e l'anno è il 2013.
La storia più o meno la conosciamo e ha giusto qualche variante: Jack è un povero squattrinato che vive nel regno di Cloister e ovviamente è innamorato nientemeno che della principessa Isabelle. Per varie vicende si ritrova in possesso dei magici fagioli che fanno crescere la pianta che permette l'accesso al mondo dei giganti, mostruose e altissime creature che anni prima erano state soggiogate grazie al potere di una magica corona. Isabelle si ritrova-ovviamente-prigioniera dei mostri e il nostro prode eroe parte al salvataggio insieme con le guardie del re per recuperare sia lei che la corona.
Do comunque un voto positivo perchè, nonostante la trama trita e ritrita e la grafica parecchio commerciale tutta intenta a mostrare combattimenti e spacconerie, a livello scenico e di dinamicità ha richiesto un lavoro non da poco e secondo me rende.
Infatti è ancora difficile nel cinema far interagire attori reali che però devono avere sproporzioni vistose di dimensioni fra loro, e rendere la cosa credibile e fluida, nonostante i miglioramenti della CGI in altri campi (tipo realizzare protesi digitali per il corpo e il volto, animali fittizi e combattimenti). Mi sembra che qui ci si riesca bene, e lascio passare sotto silenzio quel non so che di "finto-pacchiano-esagerato" nei movimenti e nella build del personaggio che ho riscontrato anche ne lo Hobbit e nel GGG di Spielberg quando si tratta di giganti.
L'atmosfera fiabesca è piacevole e va bene anche per i ragazzini e gli adolescenti, però non per i bambini perchè ci sono pur sempre scene un po' inquietanti.
Il mio adattamento cinematografico preferito di Jack e il fagiolo magico resta comunque la miniserie di Brian Henson del 2001, che è molto più originale e carina e ha una grafica favolosa per essere dei primi duemila. E che ovviamente non conosce nessuno ed è di difficilissima reperibilità, mentre questo almeno si trova dappertutto (anche su Netflix)
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
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trama
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ambientazione
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personaggi
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sviluppo
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adatto a tutti
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