Opinione su Il cavaliere inesistente - Italo Calvino: Calvino e l' "inesistenza" di Cavalieri e intellettuali
Calvino e l' "inesistenza" di Cavalieri e intellettuali
19/02/2019
Vantaggi
Lettura piacevole e divertente
Svantaggi
Non tener conto che esiste una lettura "diversa" (e forse meno gradevole) del "Cavaliere inesistente"
A questo punto qualcuno potrebbe chiedersi cosa c'entri questo preambolo con "Il cavaliere inesistente". C'entra, eccome se c'entra. La trama del "Cavaliere inesistente" potrebbe sembrare anni luce lontana dalle discussioni tenute da Calvino sul ruolo dell'intellettuale nelle società capitalistiche avanzate, ma in realtà non è così, come vedremo tra poco.
Quanto al tema "fantastico", esso è, come dire, una "scusa per parlare d'altro". Nelle sue famose "Lezioni Americane" d'altra parte lo stesso Calvino chiarì abbondantemente che certi "spunti inventivi" gli venivano spesso da cose strane o apparentemente futili. La cosa "strana" di questa operetta di Calvino sta nel fatto che la storia è ambientata nel lontano medioevo, e il protagonista è Agilulfo, un "uomo senza corpo", dotato soltanto di volontà ferrea.
Poiché Agilulfo è puro spirito "aereo", non può entrare in contatto "tattile" con il mondo reale, e per questa ragione decide di usare come "corpo consistente" un'armatura di cavaliere: grazie ad essa Agilulfo riesce a "contattare" la realtà degli oggetti che gli si presentano di fronte. Dopo essersi "incarnato" (si fa per dire) nell'armatura, Agilulfo prentenderebbe non soltanto di entrare in contatto con la realtà, ma addirittura di "modificarla", rendendola più "razionale", poiché egli vede che nel mondo vige soltanto il caos e la confusione.
Quindi Agilulfo non desidera solo esperire la realtà del mondo, ma anche modificarlo secondo criteri a suo parere più razionali. Se guardiamo bene a questa pretesa di Agilulfo, essa non si discosta poi molto dalla "pretesa" degli intellettuali, che sarebbe appunto quella di essere la "Guida Morale" delle società a capitalismo avanzato.
La storia ha ampiamente dimostrato che la presunzione degli intellettuali di essere la "guida" del mondo è fallita, perché il mondo viaggia lo stesso per conto suo, e gli intellettuali sono soltanto un "accessorio" privo di reale importanza. La pretesa di Agilulfo di mettere "ordine" nel mondo fallisce, perché il "Cavaliere inesistente" si rende conto che il mondo è troppo confuso e complesso per essere effettivamente "ridotto all'ordine".
Anche gli intellettuali hanno fatto, secondo Calvino, la stessa fine di Agilulfo, dovendosi arrendere di fronte alla complessa confusione della realtà. Il fallimento di Agilulfo rispecchia pertanto il fallimento del "ruolo-guida" preteso da secoli dagli intellettuali.
Mettiamola così: ci possono essere due letture del "Cavaliere inesistente": la prima è quella di arrendersi gradevolmente al ritmo di una lettura nel complesso piacevole; la seconda è quella che ho descritto sopra. Diciamo che le due letture non si escludono l'un l'altra: si può ad un tempo leggere e divertirsi, come anche avere piena consapevolezza delle ragioni intellettuali e politiche che spinsero Calvino a sottintendere, per simboli, le figura degli intellettuali e del loro ruolo (di sconfitti) nelle società di massa.
Buona lettura a tutti.
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
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trama
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ambientazione
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personaggi
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sviluppo
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adatto a tutti
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