Opinione su Il cavaliere oscuro: Batman contro Joker e non solo
Batman contro Joker e non solo
02/11/2019
Vantaggi
Trama e sviluppo, cast, personaggi, degno del capitolo precedente
Svantaggi
Alcune scene sono forti
La trama appare sin dal principio più fitta del film precedente, ma si dispiega con molta coerenza e linearità nei confronti della pellicola del 2005, riuscendo a far comprendere allo spettatore la continuità delle avventure di quel Batman a cui ha dato vita Nolan. L'attenzione predominante viene posta su diversi elementi tutti concatenati. Gotham City, che fa sempre da sfondo alle avventure del Cavaliere Oscuro, in questa storia è particolarmente cruciale con la sua popolazione, che si fa trasportare dai discorsi di coloro che sanno catturare la loro attenzione, proprio come accade da sempre e ovunque.
Nel film vengono affrontate le conseguenze della comparsa di un vigilante come Batman, visto non soltanto come un eroe che ha diminuito la corruzione, ma anche come sprone per alcuni psicopatici, i quali mirano proprio a lui per liberare la pazzia insita in essi. In questo senso c'è una dicotomia alquanto realistica e leggermente sottesa di politica perché si parla di giustizia, di criminalità e mafia ma anche del ruolo delle istituzioni centrali nell'organizzazione di una città. È così che emergono due figure imperanti nella trama: Joker, un folle omicida egocentrico che muove le pedine giuste per scatenare rivolte, e Harvey Dent, fidanzato di Rachel Dawes nonché procuratore distrettuale integerrimo, paladino della giustizia disposto a tutto pur di intralciare la mafia capeggiata dal suo nuovo boss, Sal Maroni. Al contempo non passano in secondo piano né Batman né coloro che lo supportano, come il solito Alfred e soprattutto Lucius Fox, ma nemmeno Jim Gordon, di grandissima importanza durante tutto il corso della vicenda. Seguendo "Il Cavaliere Oscuro", si possono percepire le motivazioni che risiedono nell'animo di ciascun personaggio, che siano protagonisti o antagonisti. Il merito è da ricercare nella qualità del lavoro svolto sull'approfondimento di ogni figura del cast. Senza questo sviluppo psicologico così minuzioso, non sarebbe potuta venire fuori una sceneggiatura così veritiera, che non ha nemmeno esitato a essere crudele sia esplicitamente - con scene di morti ed esplosioni -, ma anche implicitamente - con dialoghi pervasi da amara verità e lancinante follia.
Con un ritmo definito da azione mai oppressiva, una componente poliziesca da non sottovalutare e tanta psicologia, il film migliora a ogni sequenza, facendosi più eccitante e riversando allo spettatore dei colpi di scena per i quali stava iniziando a preparare il terreno sin dai primi atti. Tutta la durata di ben due ore e mezza per me non si è fatta sentire, ma posso affermare che i minuti conclusivi sono stati quelli che più mi hanno coinvolta a livello emotivo. Infatti, nell'eloquio di Gordon c'è tutta la catarsi che serviva dopo l'intensità della vicenda. È anche un perfetto compendio che descrive in quale situazione Batman si trova dopo tutto ciò che è successo. Il finale riservato al vigilante è agrodolce ma il significato delle sue scelte denota un approfondimento ancora una volta superbo.
Trattandosi di una pellicola su Batman, c'è da dire che in essa Bruce Wayne, privato del carico delle origini, viene mostrato come un vigilante calatosi perfettamente nel suo ruolo, sempre in costante evoluzione per quanto riguarda l'attrezzatura, sempre a inseguire il rischio pur di difendere il proprio ideale di strenua difesa. Eppure la sua figura non grava mai sulla scenggiatura in quanto è un protagonista che resta leggermente in ombra, in perfetta sintonia con le prerogative di Batman. Nella trama lo spazio per i protagonisti è stato calibrato appuntino, ma a tratti potrebbe rivelarsi ostica in virtù dello spessore delle diverse sottotrame, tutte intrecciate e contorte comunque egregiamente. Come il primo Batman di Nolan, anche questo va seguito con tanta attenzione perché c'è davvero morta carne sul fuoco e, se si perde qualcosa, si rischia di non riuscire a godersi le parti più succulente. L'intero cast di attori ha saputo supportare con perizia costante il carico emotivo dei loro personaggi. Bale si riconferma abile a livello fisico e facciale, con un carisma enigmatico e affascinante. Anche gli altri attori del film precedente rinnovano le loro interpretazioni ma con maggiore bravura. Eckhart sa manifestare la giusta dualità del proprio personaggio, ma se c'è un attore che spicca quello è Heath Ledger. Nel portare sul grande schermo un antagonista fuori dagli schemi, ha veicolato una strabiliante dose di mimica facciale e corporea. Sotto a quel trucco e quelle movenze peculiari poteva esserci solo un interprete grandioso come lui, che è saputo emergere con esuberanza riuscendo a far dimenticare che si trattasse di una recitazione. Era Joker, era follia sopraffina mista a una sottile malinconia ed era anche l'interpretazione che gli sarebbe valso un oscar postumo come migliore attore protagonista (meritato decisamente).
"Il Cavaliere Oscuro" è un sequel degno del suo predecessore e ha un pregio che non riesco più a ravvisare nei cinecomic moderni: ha saputo trasporre al cinema la profondità che i personaggi a fumetti hanno in sé e che purtroppo in molti non conoscono. Il Batman di Nolan, così come i suoi elementi caratteristici, sembrano frutto della società odierna e questo perché il lavoro di analisi svolto su di essi è davvero encomiabile. Non era facile tingere di realismo le atmosfere di un personaggio a fumetti che aveva trovato la nascita su carta nel 1939, eppure è bastato un regista visionario e sensibile come Nolan a trovare la chiave appopriata per farlo valere anche nei film.
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
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trama
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ambientazione
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personaggi
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sviluppo
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adatto a tutti
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