Opinione su Il Conte di Carmagnola - Alessandro Manzoni: "Il conte di Carmagnola": una svista clamorosa di Manzoni

"Il conte di Carmagnola": una svista clamorosa di Manzoni

22/10/2016

Vantaggi

L'opera ribadisce ancora una volta gli alti ideali di onestà ed integrità morale che guidarono tutta la vita di Manzoni

Svantaggi

Il genere tragico è scarsamente popolare, e non credo che la tragedia possa trovare lettori fuori della scuola


"Il conte di Carmagnola" è la storia di una "svista" clamorosa di Manzoni, il quale imperniò tutta la sua tragedia sull'assunto che il Conte fosse vittima innocente delle mene politiche dei suoi avversari. In realtà la critica ha poi assodato il fatto che il Senato veneziano non aveva tutti i torti nell'accusare il Carmagnola di tradimento. Dunque Manzoni si era sbagliato, perché il Conte era in realtà "colpevole" delle accuse ascrittegli.

Il Carmagnola era colpevole, ma Manzoni è senza colpa, nel senso che forse non aveva approfondito più di tanto questa figura dal punto di vista storico. In effetti, ciò che realmente interessava Manzoni era di definire in modo netto e preciso l'uomo integerrimo e giusto "in contrasto" con i politicanti, che pur di raggiungere il loro obiettivo passano sopra il cadavere di un uomo retto e onesto.

Questa era la "tesi" di Manzoni, intorno a cui costruì poi la tragedia. L'unica sua colpa è stata quella di avere sbagliato il bersaglio, perché mise addosso i panni dell'uomo "giusto" a un tipo che giusto non era; infatti il Carmagnola era colpevole. Forse Manzoni avrebbe dovuto far imperrsonare la parte del giusto a Marco, un uomo pensoso, e forte di una notevole onestà intellettuale.

Ribadisco: Il Conte di Carmagnola resta una tragedia manzoniana di tutto rispetto, "anche se" vi fu errore da parte dell'autore, al quale, in fondo, non interessavano poi molto i personaggi "reali" in sé, quanto l'ideale che essi incarnavano.

Nella mente di Manzoni il Carmagnola (innocente o colpevole che fosse stato) incarnava in sé l'ideale manzoniano dell'uomo di potere "giusto", onesto e retto; mentre, dall'altra parte, sta il "male", ossia la politica dei politicanti che pur di mantenere il potere passano sopra tutto e tutti: anche sopra gli innicenti.

La tesi "romantica" di Manzoni era quella sopra descritta; peccato che si sia bruciato un po' le ali andando a pescare il protagonista "sbagliato". L'unica sua attenuante è che l'aveva fatto in assoluta buonafede. Grande Manzoni lo stesso.

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