Opinione su Il curioso caso di Benjamin Button: Benjamin Button e la sua lunga vita al contrario

Benjamin Button e la sua lunga vita al contrario

"Il Curioso Caso Di Benjamin Button" è un film del 2008 diretto da David Fincher e basato sull'omonimo romanzo breve di Francis Scott Fitzgerald. È una di quelle pellicole che già dal tono e dall'epoca in cui sono ambientate, riescono ad avere un certo fascino che ti spinge a guardarle. La storia, di per sé, è veramente particolare. Benjamin è un bambino che nasce nel 1918 a New Orleans. La madre muore dandolo alla luce e il padre, disturbato dall'aspetto deforme del neonato, lo abbandona sulla soglia di un ospizio gestito da una signora di colore, Queenie, che assumerà per lui il ruolo di madre. Il bambino esteticamente si presenta avvizzito e, in base a un medico che viene interpellato, si crede che spirerà presto. In realtà Benjamin cresce poco per volta e la sua salute dapprima è più che cagionevole, tanto da non reggersi neanche in piedi. Ad ogni modo, egli si integra bene stando a contatto con gli altri anziani della casa di riposo e venendo accudito da Queenie. Anche se in apparenza è vecchio, dentro ha l'età di un bambino che vuole scoprire il mondo. Gli anni passano, la sua salute migliora e fa la conoscenza di persone diverse, tra cui Daisy, una bambina di cui rimane subito ammaliato poiché è la sola con cui potersi sentire più a suo agio, essendo entrambi dei bambini o poco più: Benjamin ha dodici anni, lei sei. La vita del protagonista, così come quella delle persone che lo circondano, si evolve e il ragazzo - durante il suo percorso di crescita al contrario - inizia a frequentare ambienti diversi. A mano a mano che riacquista la sua salute, si sente più libero di viaggiare, di lavorare, di conoscere il padre e anche - e soprattutto - di amare. Attraversando varie fasi storiche, come anche la seconda guerra mondiale, Benjamin dimostra di voler vivere appieno la propria vita perché acquisisce sempre più padronanza del suo corpo e si sente forte e indipendente. La relazione con Daisy è la vera spina dorsale della narrazione, che parte proprio con quest'ultima sul letto di un ospedale, vecchissima ma decisa a raccontare proprio la storia di Benjamin a sua figlia. Infatti l'ambientazione reale del film risale al 2005, anche se quasi tutta la storia si sviluppa tramite dei flashback della stessa Daisy, che ne è la narratrice.
Guardare questa pellicola equivale a lasciarsi trasportare in una sorta di romanzo visivo e quindi cinematografico. La storia è talmente pregna di sviluppi, personaggi, legami importanti e cambiamenti vari, che va seguita con la stessa intensità con cui si centellina un libro ricco e ben scritto. Nonostante duri più di due ore e mezza, non è un film che può essere incolpato di avere effetti soporiferi proprio in virtù della sua trama tanto fitta e che si mantiene costantemente interessante. Già il protagonista, Benjamin Button, che è interpretato da Brad Pitt, è fonte di grande curiosità. Il suo aspetto avvizzito nella fase senile, quello che presenta quando è giovane e aitante, fino ad arrivare alla parte in cui diventa un adolescente, subisce delle modifiche tecnologiche che però non gli conferiscono un aspetto artificiale. Vedere un attore conosciutissimo come Pitt in varie età della vita e con diverse corporature tutte in una pellicola, è stato un fattore che è bastato a destare il mio interesse. Mettiamoci anche che la vicenda si basa su un romanzo di un autore importante quale è Francis Scott Firzgerald, che la regia e ogni aspetto tecnico è lodevole e che il cast comprende attori di peso (tra cui Cate Blanchett, Tilda Swinton, Taraji P. Henson), e abbiamo le componenti perfette che non possono che innalzare di parecchio il livello qualitativo di un film.
La sceneggiatura è compiutamente bella, insolita, avvicente, sempre solida, coerente e a tratti emozionante; ma quel che mi ha affascinato più di tutto - per il modo in cui è stato sviluppato - è il rapporto tra Daisy e Benjamin. Sono loro due i protagonisti, sono loro al centro delle parti più belle, anche se la relazione arriva a complicarsi inevitabilmente. Ben ringiovanisce ma sarà costretto a vedere invecchiare tutti coloro che ama, mentre quelli che lo ricambiano conosceranno naturalmente una sorte contraria alla sua. E questo è un tassello fondamentale per la vita del personaggio, nonché un'impasse che gli preclude diverse opportunità, specialmente in campo affettivo. Nondimeno, il grande affresco della vita di Benjamin ci dimostra che non è semplicemente esistito, ma che è vissuto più a lungo di quanto preconizzato e ha avuto più esperienze di chiunque altro. Ha imparato parecchio, ha viaggiato tanto e, in primis, ha conosciuto qualcuna da amare incessantemente. E questa qualcuna è vissuta tanto a lungo da amarlo fino alla fine e da rimanere unica testimonianza di questo curioso caso, il caso di un bambino nato vecchio con un'anima giovane e morto con un corpo da giovane ed età mentale anziana: il curioso caso di Benjamin Button.

Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.

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