Opinione su Il diario di Bridget Jones: Bello!!!
Bello!!!
05/11/2017
Vantaggi
Divertente, ironico, Bridget
Svantaggi
Nessuno
Caso volle che a Capodanno, durante un party organizzato dai genitori con tutti i loro amici e parenti, incontri Mark Darcy (Colin Firth) avvocato, divorziato, snob e particolarmente sgarbato nei suoi confronti e sarà proprio a causa di un suo commento sulle abitudini poco salutiste di Bridget che lei deciderà di prendere in mano la sua vita e lo farà cominciando un diario nel quale annoterà tutta la verità e nient’altro che la verità su sé stessa, con il proposito di cambiare.
Da questo momento in poi comincerà una sorta di triangolo amoroso nel quale Bridget proverà un’altalena di emozioni per Daniel e Mark, i quali hanno anche altri conti in sospeso tra di loro.
Ma Bridget non sarà sola, a consigliarla e sostenerla ci sono i suoi migliori amici: Jude, Tom e Shazzer, single e compagni di sventure.
Se si fa attenzione si possono notare delle analogie tra questo film ed Orgoglio e Pregiudizio; non è un caso che il cognome di Mark sia Darcy, in riferimento al personaggio del romanzo della Austen.
Lessi il libro molto prima che decidessero di farne un film e mi piacque moltissimo; la trasposizione cinematografica non mi ha deluso, anche se ovviamente non segue fedelmente e passo, passo il romanzo, e sono assenti qualche scena o particolare ma ci sta.
Nonostante sia un film senza troppe pretese si vede l’impegno che vi è stato messo nel realizzarlo, soprattutto da parte della Zellweger che oltre ad essere ingrassata di circa 12 Kg, si recò a Londra per imparare l’accento inglese, essendo lei americana; tant’è che la scelta di un’attrice che non fosse britannica creò scalpore nella critica. So che venne scelta in seguito al rifiuto di Kate Winslet e mi viene da pensare: menomale; sicuramente la Winslet avrebbe saputo interpretare ugualmente il ruolo ma avendo visto la Zellweger, per me è perfetta per quel ruolo, sembra cucitole addosso.
Il diario, che dovrebbe farla da padrone, è presente ma non invadente. Bridget lo compila costantemente, tutti i giorni, ma durante il film sono poche le scene nelle quali la si vede farlo ed anche gli estratti, che vengono letti dalla stessa Bridget, come voce fuori campo, hanno solo la funzione di integrare o introdurre qualche scena. L’ho trovata una scelta azzeccata in quanto, altrimenti, avrebbe potuto interrompere il ritmo del film e diventare pesante per lo spettatore.
E’ un film ironico, divertente, nel quale è facile rispecchiarsi nella protagonista o almeno ci sembra di conoscerla, chi non conosce una Bridget, lo è stata o lo è tutt’ora?
La protagonista non è il classico cliché della donna bella ed in carriera con problemi sentimentali perché non trova quello giusto, nemmeno quello della donna bella ma che non ne è conscia e che chissà come trova un uomo altrettanto affascinante e perfetto e nemmeno quello della donna di aspetto mediocre ma che rimorchia il più ambito degli scapoli. No, la protagonista è una donna comune, con qualche chilo in più, con un lavoro che le permette di essere indipendente quanto basta per andare avanti, che non è perfetta nei rapporti e nemmeno nel lavoro; che sbaglia e fa pessime figure ma si rialza nonostante tutto; che non ha sempre un ottimo fiuto nella scelta degli uomini e ne paga le conseguenze; che dice quello che pensa anche se questo le porta più guai che altro; è una donna che ha un rapporto particolare con i genitori, anche loro imperfetti e con i loro alti e bassi; è una sognatrice, forse anche troppo, ma è una donna vera e con la parola vera intendo una donna realistica, che potremmo incontrare al supermercato e probabilmente non la noteremmo nemmeno.
In tutto il film sono presenti personaggi che possono essere identificati come persone comuni ed è questo il bello del film, che non sarà un capolavoro e non pretende di esserlo, semplicemente racconta la storia di quello che potrebbe essere lo sconosciuto della porta accanto.
Ho adorato Hugh Grant, che di solito fa la parte dell’uomo con la faccia d’angelo e di buon cuore, nella parte di Daniel che, al contrario, è proprio un gran mascalzone, per non dire altro, furbo e bugiardo.
Da Colin Firth non mi aspettavo niente di diverso, sembra nato per ricoprire il ruolo di uomo tutto d’un pezzo che non si scomporrebbe nemmeno se crollasse il mondo. Quando penso all’immagine dell’uomo britannico, mi viene in mente lui.
La colonna sonora sottolinea perfettamente i momenti salienti del film, “All by myself” è quella che preferisco, non tanto per la canzone in sé quanto per quello che simboleggia nel film: la caduta, toccare il fondo, e poi rialzarsi.
Per gli amanti del genere, tipo Notting Hill o Love Actually, sicuramente è un film assolutamente godibile.
Lo guardo e lo riguardo da sempre, specie quando voglio qualcosa di leggero e divertente o semplicemente voglio guardare qualcosa che conosco e so che mi piace.
Non è certamente un film adatto a tutta la famiglia, magari ai bambini accompagnati si, ma personalmente aspetterei a mostrarglielo dato che l’argomento sesso è molto frequente oltre a qualche doppio senso sparso qui e là.
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
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trama
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ambientazione
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personaggi
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sviluppo
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adatto a tutti
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