Attento con chi sbagli a parlare...
La vita di Rachel è sull'orlo del baratro divorziata da poco, sempre in ritardo, con un fratello che le vive a casa e un lavoro precario che ha perso, così sfoga la sua frustrazione sul tizio sul pick-up che non parte prontamente al verde davanti al semaforo e lo apostrofa; purtroppo per lei quell'uomo se la passa peggio di lei Tom Cooper ha appena dato fuoco alla casa dove viveva l'ex-moglie con l'amante.
Un thriller psicologico che trascina la povera Rachel in un incubo ancor peggiore della sua attuale vita che ci ricorda che può sempre andare peggio e non si sa mai con chi si a che fare quando si è davanti ad un estraneo.
L'incubo nel quale viene trascinata Rachel è incalzante ed ha un climax ascendete che trascina lo spettatore nella spirale senza lasciare il tempo di pensare e mi ha fatto restare col fiato sospeso.
L'ho apprezzato, sebbene non sia il mio genere di film per la regia e la presenza scenica di Crowe, che sebbene sia ridotto in uno stato fisico pietoso, dimostra che le sue capacità artistiche vanno ben oltre il fisico perfetto che mostrava nel Gladiatore.
La seneggiatura non brillla perchè nel lasciare col fiato sospeso tratteggia appena i personaggi e non mira a dare spunti di riflessione nè a fare una critica sociale, ma solo a intrattenere e spaventare un pubblico nel quale, almeno una volta nella vita, tutti hanno apostrofato il conducente della vettura davanti col clacson e urlando che così riesce ad immedesimarsi nella terribile e spaventosa situazione che il film mostra.
Anche a me è capitato e sono stato persino inseguito, ma non fino a questo punto...
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