Opinione su Il grande dittatore: Un film davvero importante contro tutte le dittature
Un film davvero importante contro tutte le dittature
22/07/2020
Vantaggi
Avvincente e avventuroso
Svantaggi
assolutamente nessuno
Del resto, rendere in modo ironico e farsesco il personaggio del Dittatore Adolf Hitler, credo che allora fosse l'unico modo per un artista di marcare una propria posizione in confronto ad una condizione politica fortemente imposta in parte dell'Europa.
Una cosa importante è capire quanto Chaplin fù intuitivo nei confronti di opinioni politiche e militari nate in un humus controverso formato di volgia di rivincità da parte del popolo tedesco dopo la sconfitta nella prima guerra mondiale.
A tal proposito, per comprendere meglio la situazione, vorrei citare alcuni brani del diario di guerra di Benito Mussolini, relativo alla prima guerra mondiale:
Da stamani circola la notizia della nostra prossima, quasi immediata partenza per la linea del fuoco. Dove andiamo? Nessuno lo sa dire con esattezza. Non importa.
L’essenziale è di muoversi. Il pensiero di passare alcuni mesi in guarnigione mi
sgomentava. La notizia della partenza si è diffusa tra i plotoni, ma non ha sollevato una grande emozione. È tempo di guerra: si va alla guerra. È naturale! D’altra parte lo stato d’animo di questi richiamati dell’84 non è negativo. Uomini di trent’anni comprendono certe necessità. Vi sono molti interventisti anche all’infuori dei milanesi: ne ho conosciuto un altro, un caporale di Crespino, in quel di Rovigo. Gli elementi di lievito non mancano.
Una grata sorpresa mi attende. Ricevo un biglietto che dice: «L’ex-linotipista dell’Avanti, Adolfo Giretto, ora residente a Rovigo, per mezzo dell’amico Battaglini, le manda i saluti più affettuosi, ricordandolo». Un caporale milanese che era stato destinato al deposito, se
n’è tornato con zaino e fucile in compagnia per andare insieme con tutti noi al fronte. Bel
gesto! Il caporale si chiama Mario Morani. Giornata melanconica. Prima pioggia autunnale.
Sottile, silenziosa, insistente.
11 Settembre.
Stamani, insieme con altri dodici soldati, sono stato comandato di guardia al Tribunale
di Guerra del 3o Corpo d’Armata. Ho assistito — come sentinella d’onore — allo
svolgimento di due processi poco importanti. Primo. Un territoriale di 39 anni, imputato di
abbandono di posto. Faceva il mugnaio. Un povero diavolo che è livido di paura. Il P. M.
chiede un anno di reclusione, ma il Tribunale assolve. Secondo processo: quattro imputati
di un furto di scarpe. È una storia complicata e noiosa. Il Tribunale condanna. Credevo, in
verità, che la Giustizia Militare fosse più sbrigativa, sommaria. È invece minuziosa,
analitica. Mi è apparsa più incline all’indulgenza di quella civile, per effetto, forse, di
quella specie di imponderabile solidarietà professionale che si stabilisce fra uomini
6
d’arme.
12 Settembre.
Siamo stati richiamati il 31 agosto e la nostra vita di guarnigione è già finita. Si
annuncia in forma ufficiale che partiremo domattina alle 7. Si annuncia anche, che verso
mezzogiorno il colonnello ci passerà in rivista e ci terrà una «morale». Sono le undici
quando la tromba alla porta suona l’attenti: è il colonnello che entra in caserma. Usciamo
nel cortile, armati senza zaino. Formiamo una specie di quadrato. Suona un’altra volta l'attenti. Il tenente colonnello parla. Discorso terra terra. Bisogna trovare altri accenti quando si è dinanzi a uomini di trenta e più anni. Bisogna considerare i soldati come uomini, non come matricole. Pei graduati c’è un supplemento di morale, fatto dal tenente Izzo. Io che sono soldato semplice, me ne vado fuori.
Comprenderete quanto la visione vanagloriosa e romantica portasse a confondere i dettami di una guerra che in realtà si è risolta in tragedia.
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
-
trama
-
ambientazione
-
personaggi
-
sviluppo
-
adatto a tutti
Valuta questa opinione
Ti sembra utile quest'opinione?
Scrivi un commento