Fantascienza, ma non troppo
Frank Herbert è conosciuto per la sua saga Dune, ma non sono affatto da sottovalutare altre sue opere di solito considerate minori e questo vale soprattutto per “Il morbo bianco” alla luce di quello che sta succedendo in questi mesi.
Il titolo originale del libro è “The White Plague”, per la precisione letteralmente -La Peste Bianca-, diventato però Il morbo bianco, riferendosi a delle caratteristiche macchie di tale colore che si manifestano sulle vittime a partire dalle estremità, cioè mani e piedi.
Tutto parte a Londra dove sono in vacanza gli O'Neill: il padre è rimasto nella camera d'albergo, mentre la madre è uscita coi figli per fare acquisti. Mentre l'uomo si affaccia alla finestra, ecco che con un colpo d'occhio vede moglie e figli che stanno attraversando la strada in mezzo alla folla, ma quello che li nasconde subito alla sua vista, è un'enorme esplosione (che si scoprirà opera dell'IRA irlandese)che fa strage e li uccide, tra gli altri.
John O'Neill è un abile biologo molecolare che vive in Usa ma è originario proprio dell'Irlanda: nel momento dell'esplosione lo choc lo porta lentamente, nel corso delle settimane successive, a vivere una crisi fortissima come uno sdoppiamento della personalità Alla fine prevale la parte mutata e O'Neill ne esce come perfetto pianificatore e vendicatore, ma l'odio lo ha portato alla follia e studia un'operazione di livello mondiale terribile. Trasferitosi in Irlanda, crea un laboratorio nascosto e fornitissimo e qui crea un nuovo morbo, una peste che ha la caratteristica di avere come portatori sani gli uomini e di colpire con mortalità al 100% le donne. All'inizio O'Neill vuole colpire gli Irlandesi perchè hanno messo la bomba, gli Inglesi per aver calpestato gli Irlandesi e portato alla tensione che ha creato l'IRA ed infine i Libici per il supporto dato ai terroristi.
Ma quello che fa gli sfugge dalle mani e l'epidemia esce ben presto dai limiti che O'Neill si era imposto per travolgere il Mondo in una pandemia globale. A nulla valgono i tentativi dei Governi di intervenire anche usando “Il fuoco della Paura” cioè esplosioni atomiche controllate per bruciare e fare tabula rasa di intere zone dove si sono formati i più ampi focolai; le donne continuano a morire e ben presto in molte località rimangono solo uomini, uomini allo sbando.
Intanto i governi si sfaldano, gli Stato perdono valore, tutto si frammenta per ridursi a piccoli paesi che si scontrano con paura con altri piccoli paesi nell'aumento del terrore del vicino, mentre le ultime donne, ormai pochissime, vengono chiuse in posti segreti e sterili.
Il romanzo è stato ritenuto per molto vera e propria fantascienza, ma con quello che sta succedendo, ha ripreso valore per la sua carica profetica e ci si chiede se non sia invece una fotografia di quello che è realmente successo in qualche laboratorio segreto, con l'unica differenza, forse, che l'operatore non sia una singola persona, ma qualche stato con delirio di onnipotenza.
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