Opinione su Il nome della rosa - Umberto Eco: Romanzo storico molto potente

Romanzo storico molto potente

24/03/2020

Vantaggi

romanzo potente sia dei personaggi che nell'ambientazione un vero colosso di letteratura

Svantaggi

personalmente non trovati ma va a gusti


Un libro sulla potenza dei libri. Penso che questa potrebbe essere una definizione calzante per Il nome della rosa di Umberto Eco.
La storia è ambientata nel novembre del 1327 in un’abbazia dell’ordine benedettino situata su un monte dell’Italia settentrionale e famosa per l’immensa biblioteca (colma di manoscritti introvabili), le splendide ricchezze accumulate dai remoti tempi della sua fondazione e le stupefacenti reliquie gelosamente conservate nella cripta della chiesa. Qui la vita dei monaci cammina da secoli secondo gli austeri e consolidati ritmi della regola, e all'apparenza nulla di maligno sembra insidiarsi all'interno delle mura del vecchio monastero, fino a quando la morte misteriosa e terribile di alcuni monaci turba profondamente l’animo di tutti e rischia di mettere in pericolo l’esistenza stessa di quel luogo consacrato alla preghiera.
Per la sua fama di uomo arguto e il lungo passato da inquisitore, Guglielmo da Baskerville, un dotto frate francescano di origini inglesi, riceve dall'abate l’incarico di indagare sugli atroci ed inspiegabili delitti. Deve fare in fretta, però, perché negli stessi giorni l’abbazia accoglierà due delegazioni, una pontificia ed una imperiale (di cui egli stesso è parte) per un incontro di fondamentale importanza ai fini del futuro dell’ordine francescano, da molti ad Avignone considerato in odore di eresia per i ripetuti richiami alla povertà.
Ad accompagnare Guglielmo c’è il novizio Adso da Melk, un giovane benedettino tedesco tolto alla tranquillità del proprio monastero in Germania per assistere il frate inglese nella sua difficile missione. Sarà proprio lui che ormai ottantenne deciderà di raccontare per iscritto la storia degli avvenimenti di cui è stato testimone in gioventù nell'abbazia maledetta.
La narrazione quindi corre su un doppio binario, con Adso anziano che dall'alto dei suoi anni può ragionare attentamente sulle vicende che Adso giovane ha vissuto con innocenza e scarsa esperienza del mondo. In questa dialettica tra io-vecchio e io-giovane, ricordi straordinariamente nitidi e ricche riflessioni si alternano continuamente in un racconto che non perde mai il suo interesse.

La nebbia fitta che sul tramonto dell’autunno avvolge le possenti mura del monastero, i meandri bui ed umidi dell’Edificio, i luoghi sacri e inaccessibili dell’abbazia, i passaggi segreti, la misteriosissima biblioteca, le terrificanti ed apocalittiche figure scolpite sul portale della chiesa, l’oscuro passato di alcuni monaci, le torbide e proibite vicende amorose che si consumano di notte, il secolare cimitero dove pare si aggirino degli spettri: tutto contribuisce a conferire alla narrazione quella luce opaca, inquietante ma incredibilmente affascinante che nella nostra immaginazione siamo soliti attribuire al Medioevo e che, nel contempo, tanto si addice a quello che può benissimo definirsi un romanzo thriller.
Umberto Eco è superlativo nella precisa e particolareggiata rappresentazione degli ambienti e dei luoghi di quest’abbazia italiana del XIV secolo (come dimenticare le congetture dei protagonisti per capire come muoversi nel labirinto o la descrizione del portale della chiesa contenuta nelle prime pagine del libro?) ma non si limita a questo. In quello che è unanimemente riconosciuto come il suo capolavoro, riesce infatti ad intersecare tra loro trame di politica e religione (senza mai annoiare, anzi) e trame molto più minute, che riguardano i rapporti personali dei monaci e la storia remota dell’abbazia.
Il risultato è un’opera appassionante, che lascia il lettore in sospeso tra mille ipotesi per centinaia di pagine e lo trascina in preda alla curiosità sino ai capitoli finali, che catturano per profondità ed intensità

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clary
clary 827 opinioni Aggiungi agli amici


  • trama
  • ambientazione
  • personaggi
  • sviluppo
  • adatto a tutti
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Altre opinioni degli utenti su Il nome della rosa - Umberto Eco

  • millifly
    opinione inserita da Anonimo il 13/07/2020
    Se c’è un libro che ha consacrato il nome di Umberto Eco in tutto il mondo e non solo come intellettuale di spicco in italia è Il Nome Della Rosa. Il romanzo è uno di quelli che ho letto nel periodo s...
    Continua a leggere >
    spessore, storia, scrittura
    nessuno
  • kilawik59
    opinione inserita da kilawik59 il 21/06/2020
    Dare un'opinione su un classico della letteratura italiana per di più scritto dal vulcanico Umberto Eco,è un compito a cui sento di aderire molto umilmente.Questo romanzo storico l'ho riletto parecchi...
    Continua a leggere >
    lettura piacevolissima
    nessuno
  • lol80
    opinione inserita da lol80 il 15/06/2020
    Questo è un libro scritto da Umberto Eco che narra le storie attorno al 300... Umberto Eco è uno scrittore piemontese nato ad Alessandria nel 1932.. Ordinario di semiotica all università di Bologna, è...
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    Una grande opera
    A tratti può sembrare pesante
  • wilding
    opinione inserita da wilding il 11/04/2020
    Secondo quanto afferma l'autore nell’ nell'introduzione, questo romanzo non sarebbe altro che la trascrizione di un antico manoscritto trecentesco, composto da un monaco, Adso da Melk. Il contenuto di...
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    100%
    Un capolavoro
    -
  • fb-656
    opinione inserita da Silvia Bollini il 24/03/2020
    IL NOME DELLA ROSA un romanzo storico, un giallo, un saggio abbraccia un po' tutti questi generi, potrebbe sembrare un mattone pesante visto il genere ma il mistero che ci lega con un filo conduttore ...
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    100%
    Molto bello
    personalmente non trovati