Renato Pozzetto semplicemente perfetto
Vantaggi
Semplice, divertente, gag simpatiche ed alcune memorabili
Il ragazzo di campagna è un film degli anni '80 con protagonista il mitico attore italiano Renato Pozzetto nei panni di Artemio, un contadino 40enne che conduce una vita di campagna monotona e senza brio. Per sfuggire dalla monotonia, giunto al suo 40esimo compleanno avvisa la mamma con cui vive in un paesino fittizio, chiamato Borgo Tre Case, che ha deciso di rompere le catene e di andare a vivere in città, a Milano per non fare la fine del castagno del giardino, piantato in un posto e rimasto lì tutta la vita. Artemio parte col trattore che viene ovviamente sequestrato in una scena epica girata nei pressi di Piazza San Babila e successivamente per errore dei netturbini gli prendono anche la valigia, mentre lui era impegnato a parlare al telefono con suo cugino, Severino Cicerchia detto lo scorreggione (interpretato in maniera eccezionale da Massimo Boldi). L'ospitalità dura poco, in quanto Severino si scopre essere un lestofante ed un ladro, che va in giro per la città a derubare la gente per poi rivendere il bottino. Artemio decide poi di rintracciare una ragazza, Angela, che è stata derubata poche ore prima proprio da Severino, mentre alla guida della sua vespa vi era lo stesso contadino, che non si era accorto del furto nell'immediato. Artemio si innamora della donna, che è una zelante impiegata di un'azienda non meglio specificata, conduce una vita tutta amici ed amiche e la domenica va allo stadio a seguire la Juventus. Tutto l'opposto di Artemio si può dire, il quale si sistema in un monolocale di 5 metri quadri a dir tanto, con i soldi in suo possesso cambia il suo vestiario e tenta di trovare lavoro, prima in una compagnia assicurativa, come accompagnatore di un perfido signore invalido ed infine su un set pubblicitario di detersivi. Inutile specificare che tutti i colloqui sono andati male. Tuttavia, è ancora deciso a far colpo su Angela, nonostante questa lo chiuda sul terrazzo di casa sua per errore sotto un forte temporale per diverse ore. Giunto sul punto di regalarle l'anello di matrimonio, Angela che già aveva intuito dove volesse andare a parare Artemio, si defila e dice di non essere una ragazza tagliata per il matrimonio e la convivenza. In una scena abbastanza comica, Artemio decide di buttarsi nel naviglio per suicidarsi, ma finisce su una canoa sulla quale vi è un trafficante di droga che gli chiede di mettersi in società con lui. A questo punto Artemio dice basta e inveendo contro la città sputa per sbaglio contro una macchina della polizia e gli sbirri lo rimandano a casa. Qui Artemio riconosce di aver fatto un errore e decide di mettersi con Maria Rosa, una ragazza di Borgo Tre Case da sempre innamorata di lui, amore però non corrisposto in quanto Artemio non l'ha mai calcolata come possibile fidanzata. Ma vedendo come è diventata bella, capisce di aver fatto un errore con l'appoggio della madre. Intanto Angela raggiunge Artemio e dice di averci ripensato, decisione presa anche per il fatto che il ragazzo è stato assunto dalla compagnia di assicurazione, cosa che garantisce a se stessa un po' di denaro in più. Tuttavia, questa volta Artemio non cede e preferisce rimanere a fare la vita di contadino, insieme a Maria Rosa.
E' un film abbastanza semplice di per sé, in quanto è tutto abbastanza lineare e molto simile ad altri film con Renato Pozzetto come attore principale. A me piace la sua ironia e ritengo che sia una pellicola ben riuscita con dei momenti divertenti e spassosi. Non è certo un film di primissimo livello, ma comunque ha un suo perché e di certo lo rivedrei volentieri. I personaggi sono quasi tutti simpatici, eccetto Angela che secondo me nel film è perfetta nel suo ruolo di ragazza con la puzza sotto al naso. Molte scene sono diventate delle icone, come ad esempio quella in cui Artemio insieme agli altri uomini del villaggio prendono delle sedie come per andare a teatro, ma alla fine vanno alla stazione per vedere passare il treno, commentandolo come se fosse uno spettacolo davvero sensazionale. Scena mitica, come anche quella in cui Artemio è in piazza Sant'Eustorgio ad aspettare che arrivi suo cugino Severino ma credendo che si trattasse di lui va a salutare un uomo omosessuale che dice di chiamarsi Margherita e che tenta di baciarlo, andandosene indispettito. Un attimo dopo arriva veramente Severino che salta giù dalla sua motoretta emettendo una grande flatulenza, ed ecco spiegato perché è soprannominato così.
Poi anche altre scene divertenti vi sono all'inizio, con la mamma di Artemio che taglia le unghie del piede del figlio, facendole rimbalzare per tutta la casa, con suggerimento dello stesso ragazzo di farlo fare in officina, un lavoro del genere. Insomma, sono tutte gag che strappano un sorriso e che rendono il film speciale. La colonna sonora è simile a parecchi film dell'epoca, nulla di particolarmente rilevante ed abbastanza da film comico quale è.
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
Segnala contenuto
Scrivi un commento