Opinione su Il sussurro delle ombre (Jan-Philipp Sendker): Voci da mondi diversi
Voci da mondi diversi
24/06/2020
Vantaggi
Non manca nulla nel romanzo di Jan-Philipp Sendker. Sentimenti e suspense, spietatezza e sensi di colpa, colore e analisi socio-economica.
Svantaggi
personalmente non trovati ma va a gusti
Nonostante la titubanza, Paul fa il possibile per rintracciare Michael Owen, figlio del proprietario di un’azienda produttrice di pezzi di ricambio automobilistici che ha spostato in Cina l’industria. Paul è un ingenuo, ha vissuto nel suo isolamento e non sa proprio come gira il mondo, soprattutto nella nuova Cina, in corsa verso il capitalismo appena scoperto. E’ il suo amico David Zhang, poliziotto a Shenzhen, ad aprirgli gli occhi- David che non ha fatto carriera perché è la mosca bianca che non accetta regali sotto nessuna forma, che riconosce, sotto gli apparenti rinnovamenti, gli stessi sistemi intimidatori di un tempo, e avverte la minaccia e il pericolo che provengono non più dal potere dell’ideologia ma da quello della ricchezza che compera tutto. Onestà, integrità, sincerità, virtù. E’ la bella Christine a cercare di infondere in Paul paura della Cina: suo padre è stato una vittima della rivoluzione culturale, la sua famiglia è stata inghiottita dalla Storia degli anni del Grande Timoniere, niente può essere radicalmente cambiato, lei non metterà più piede in Cina.
Sendker apre il sipario sulla Cina che sta invadendo il mercato occidentale e ci fa vedere la nuova società attraverso i suoi personaggi. La vittima (perché si scopre presto che lo sconosciuto trovato morto nel parco di Shenzhen è Michael Owen) credeva di essere furba e all’avanguardia, spostando la produzione in Cina, senza neppure immaginare che, quando mai avesse voluto sganciarsi, non gli sarebbe stato possibile. Perché David Zhang e l’imprenditore Victor Tang sono due facce della stessa medaglia, due prodotti della Rivoluzione Culturale che li ha spinti in due direzioni opposte. Hanno un segreto in comune del tempo in cui erano insieme in un campo di rieducazione: Tang aveva ucciso un monaco buddista, Zhang era stato a guardare. Il ricordo è un’ombra che sussurra assillante all’orecchio di Zhang (che è diventato buddista e crede nella responsabilità dei suoi atti), mentre serve solo come arma di ricatto a Tang, che ha giurato a se stesso che non sarebbe mai stato nel fango a prendersi gli sputi, come suo padre: sarebbe stato tra quelli che sputavano. Tang, il nuovo cinese che ha studiato a Harvard, che parla un inglese perfetto, che ha una grossa cultura europea, cita Balzac: “Dietro ogni grande ricchezza c’è sempre un grande delinquente”. Potrebbero essere parole del presidente Mao. O del presidente Hu. I delinquenti travalicano il tempo e i confini.
Non manca nulla nel romanzo di Jan-Philipp Sendker. Sentimenti e suspense, spietatezza e sensi di colpa, colore e analisi socio-economica. Da leggere.
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trama
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ambientazione
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personaggi
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sviluppo
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adatto a tutti
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